Dopo la non brevissima (12 anni…) pausa di riflessione che gli italiani
Bed of Morgue han deciso di concedersi dall’uscita del debut
Cemetery Revived, eccoli tornare con un nuovo EP, titolato
Mental Hospital Hygiene.
Mettiamola così: se l’obiettivo dell’interminabile sosta era quello d’intraprendere un percorso di catarsi e di progressiva liberazione dai demoni interiori, mi sembra di poter affermare che non è stato raggiunto.
In meno di un quarto d’ora,
Nameless140 e
Nameless147 (le vere identità dei due rimangono celate, volti compresi) dimostrano quanto soffocante sia il malessere che li cinge. So bene che, quando si scrive di band simili, si finisce sempre per enucleare i medesimi concetti, eppure nel caso di specie non posso esimermi: nei solchi di
Mental Hospital Hygiene non troverete canzoni vere e proprie, né musica in senso stretto, bensì una rappresentazione sonora di sensazioni quali disagio, alienazione e paura. Il desolante risultato viene ottenuto grazie a un dark ambient gelido quanto la cella di un manicomio abbandonato; il tutto è reso ulteriormente malato da samples di matrice industrial.
Solo
Borderline Insane e
Multiple Personality Disorder si dipanano in modo vagamente strutturato, prevedendo altresì l’utilizzo di strumenti “tradizionali”; il resto sono lamenti, sussurri, campionamenti ipnotici, suoni distorti che vanno a dipingere un quadro dai colori per nulla saturi, ma al contrario smorti e freddi. Personalmente, infatti, non ho rinvenuto tracce di rabbia o violenza nella proposta dei
Bed of Morgue, bensì rassegnata solitudine e cupa sofferenza.
Presumo, in ogni caso, che un sound così particolare sia in grado di suscitare sensazioni diverse in base alla sensibilità dell’ascoltatore. Sotto tale profilo, se mai ce ne fosse bisogno, evidenzio che non si tratta affatto di una proposta che possa piacere a tutti. Nondimeno, chi come il sottoscritto prova un perverso e innominato piacere nel fruire di espressioni artistiche pregne di follia e dolore, troverà numerosi spunti d’interesse in questo pur breve EP.
Da ascoltare di notte, in cuffia, magari scorrendo le foto in bianco e nero che appaiono su qualsiasi motore di ricerca digitando “mental hospital”.
Raggelanti.
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