Dopo Vichinghi, Sassoni, Pellerossa, Greci, Romani, tocca agli Etruschi diventare soggetto di un disco metal. Ci pensano i
Tuchulcha, nome tratto dalla mitologia di quell’antico popolo, formazione che attinge alla storia della propria area geografica essendo di Volterra.
La copertina, in stile “300” (film..), ci introduce in un mondo di battaglie ed eroismo, spade e giavellotti, magia e mistero, ma soprattutto in uno stile puramente death metal. Massicci e corazzati, voce cavernosa, i connazionali propongono questo primo full-lenght facendo tesoro dell’esperienza maturata in altre bands della zona. Tecnicamente il gruppo appare solido, ed anche l’attitudine è positiva. Manca però quello sprazzo di dinamismo nella stesura dei brani che ormai è indispensabile qualunque stile musicale s’intenda affrontare. Cosa ancor più necessaria quando si parla di un filone che per sua stessa natura si è da tempo codificato in maniera assai rigida.
Presi singolarmente gli episodi rientrano nei canoni tradizionali, ma ascoltando il disco nel suo complesso emerge una certa staticità che frena lo sviluppo di un’atmosfera particolare, obiettivo dichiarato del quintetto toscano.
Per il momento i Tuchulcha si dimostrano buoni esecutori, ma non ancora pronti ad emergere con sufficiente brillantezza. Alla prossima realizzazione, valuteremo i progressi fatti.
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