Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Alex Stornello era “solo” il chitarrista di una promettentissima
hard rock band italiana, che tentava disperatamente di emergere in un panorama pieno di approssimazione, di passione e d’illusioni.
Dai gloriosi tempi degli X- Hero ad oggi il musicista veneto si è costruito una solidissima carriera, fatta di collaborazioni importanti e di preziosa didattica, diventando il presidente della prestigiosa scuola musicale internazionale Modern Music Institute.
E proprio con due giovani e preparati docenti dello stesso istituto, Giorgio “JT” Terenziani e Paolo Caridi (entrambi forti di un sostanzioso curriculum, spesso al fianco di Michele Luppi …), Stornello dà vita a questo progetto denominato, probabilmente non a caso,
Angels And Demons, il cui scopo ultimo è mescolare la potenza “diabolica” del
metal e la raffinatezza “celestiale” della
fusion, a cui aggiungere, infine, un pizzico delle atmosfere soffuse del
jazz.
Intento sicuramente ambizioso, reso ancora più arduo da una formulazione quasi esclusivamente strumentale e che si risolve in maniera ampiamente soddisfacente, pur alimentando taluni spunti di riflessione.
Tecnica sopraffina, una ricca gamma sonora e un gusto innato per la melodia, anche laddove è l’approccio “sperimentale” ad avere un ruolo egemone, sono gli aspetti fondamentali su cui è edificato questo “Power fusion” e tuttavia l’impressione è che non si sia riusciti del tutto a superare l’idea di un disco per “iniziati”, limitando fatalmente la destinazione del prodotto.
Seppure ben lontano dall’auto-indulgenza, abilissimo nel dipingere tele armoniche sempre appetibili e affascinanti, il
power-trio conquista in maniera veramente
incondizionata quando al magnetico quadro cromatico si aggiunge il colore della pregevole voce dell’ospite Gianbattista Manenti (Maestro, Love.Might.Kill.), capace di conferire a “Clare is gone” e “The riddle”, due gioiellini di enorme suggestione sensoriale anche nella loro trascrizione per soli strumenti, quel pizzico di
pathos comunicativo supplementare, necessario ad una divulgazione completamente priva di pastoie.
La presenza nel programma di questi due brani in versione “cantata”, oltre a rivelare la perizia dei protagonisti nella rielaborazione dei temi a seconda delle modalità espressive, indica, a mio modo di vedere e “sentire” le cose, la strada per il raggiungimento di un risultato davvero di livello “superiore”, insito in ogni forma d’arte, soprattutto in quelle maggiormente “aristocratiche”, allorché si dimostrano universalmente “comprensibili”.
Altrove troverete tanta classe, creatività, avvolgente sensibilità, virtuosismi e magari anche il rischio di qualche piccolo calo di attenzione, almeno per chi non è rimasto “ipnotizzato” da tanta maestria specialistica.
Gli Angels And Demons sono senza dubbio straordinari, e la prospettiva di rendere tale eccezionalità un concetto ancora più “globale” mi alletta molto … chissà che non diventi un loro prossimo primario obiettivo.
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