Ah la Grecia, ricca di storia e contraddizioni, apprezzata meta turistica per il suo splendido mare e dimora degli dei più famosi al mondo (e chiamali fessi). Gli
Until Rain sono di casa proprio nella mitica terra ellenica e con questo
Anthem To Creation giungono al loro secondo album e mezzo dopo un full lenghth e un ep che non ho mai avuto il piacere di ascoltare.
Iniziamo con le note positive del disco che non sono poche e poi ci lasceremo andare alle critiche che in questo caso saranno più che altro consigli amorevoli, come quelli che un padre rompiscatole può dare a un figlio che se ne fregherà come sempre.
Si parlava di cose buone e allora andiamo a vedere cosa ci regalano gli Until Rain di tanto bello da lasciare un piccolo segno. Fanno
prog metal, lo si capisce subito dall'iniziale
Brain Death e su questo non ci si può sbagliare di un millimetro, quindi se non è proprio il vostro genere lasciateli vivere in pace e andate oltre, tutti gli altri con me. I nostri sono tecnicamente preparatissimi, sono un piacere da ascoltare e l'ottima produzione non fa altro che evidenziare le loro qualità, a partire dall'ottima prestazione del vocalist
Yannis Papadopoulos che rispetto ai tanti colleghi riesce nell'intento di distinguersi dalla massa di voci tutte uguali, anche se vi anticipo già che non si tratta certamente di qualcosa di miracoloso. Il grosso del lavoro lo svolge la sezione ritmica, che è sempre precisa ed efficace mentre quello che ho apprezzato di più è la presenza 'oscura' delle tastiere di
Lefteris Germenlis che non sono mai sovrastanti ma che hanno la capacità di dare un'impronta ben precisa a tutte le canzoni, mi viene quasi da paragonare il buon Lefteris ad Andrea Pirlo... e ho detto tutto.
I richiami ai mostri sacri del genere sono costanti anche se quasi mai plateali e si può dire che nel complesso riescano anche a essere abbastanza personali, sebbene l'ombra di band come
Dream Theater e
Symphony X sia sempre dietro l'angolo a incombere minacciosa.
E i difetti dove sono? Tranquilli, per la gioia di tutti quanti anche gli Until Rain hanno commesso degli errori che risiedono principalmente nell'eccessiva lunghezza dell'album che raggiunge quasi gli 80 minuti e che ne mina l'ascolto completo. Magari se avessero rinunciato a qualche canzone e avessero abbassato la durata di una quindicina di minuti sarebbero stati tutti più contenti. Inoltre ho trovato alcuni passaggi un po' stucchevoli e fini a sé stessi, ma questi sono spigoli non impossibili da smussare e l'esperienza porterà sicuramente benefici a lungo termine.
Anthem To Creation è complessivamente un bell'album, prodotto bene e suonato benissimo che magari non eccelle per originalità e come già detto è leggermente troppo lungo ma è comunque un disco gradevole e pieno di ottimi spunti che non sfigura anche davanti alle ultime uscite di nomi ben più blasonati.
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