Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2013
Durata:50 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. SILENT REVENGE
  2. LONELY FIGHT
  3. DEADLY VENGEANCE
  4. WALKING TO DEATH
  5. SILENCE WILL MAKE YOU SUFFER
  6. SHALL I KEEP ON BURNING
  7. THE PLACE THAT YOU BELONG
  8. THE SCREAM OF AN ANGEL
  9. THE WAY IT IS
  10. SHALL I KEEP ON BURNING - ACOUSTIC VERSION (BONUS TRACK)

Line up

  • Iuri Sanson: vocals
  • Abel Camargo: guitars
  • Renato Osorio: guitars
  • Benhur Lima: bass
  • Eduardo Baldo: drums

Voto medio utenti

I brasiliani Hibra con il loro esordio avevano subito catturato la mia attenzione: "Defying the Rules" era, infatti, un album convincente, potente e affilato.
Preso dalla miriade di uscite, li ho poi - colpevolmente – trascurati, per lo meno sino ad ora quando tornano dalle mie parti con il loro nuovo album, il quarto in carriera, quel "Silent Revenge" che esce per la AFM Records e conferma quanto di buono avevano già fatto vedere, ed in grado di piacere a chi già apprezza gruppi come Vicious Rumors, Cage ma pure Primal Fear.

Ritroviamo, infatti, una formazione che con diverse novità nella line-up, nella quale comunque ritroviamo l'ottimo cantante Iuri Sanson, ha sviluppato un sound ancor più Heavy e articolato, in grado di spaziare dagli Annihilator sino agli Skid Row, che sa graffiare e poi a sorpresa giocare sul proprio aspetto più melodico, per poi tornare rapidamente a far del male. Una capacità ben espressa, ad esempio, da "Deadly Vengeance", "Silence Will Make You Suffer" o "The Place that You Belong", ma che gli Hibria sanno poi mettere da parte, sia quando vogliono partire a razzo ("Walking to Death") sia quando optano per indossare il guanto di velluto, come fanno su "Shall I Keep on Burning", brano che nella versione europea dell'album è proposto come bonus track anche in una versione acustica.

Ad ogni modo sono i pezzi potenti, in doppia cassa e dal guitarwork tagliente come "Silent Reveng" o "Walking to Death", a mostrare il meglio degli Hibria, e a ribadire come questo sia uno di quei dischi che, peraltro senza l'intrusione di alcun filler, riescono a mettere l'ascoltatore con le spalle al muro.




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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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