Dream Theater, progetto solista, figli a scuola, trasloco..questo 2013 per
James LaBrie è davvero un anno ricco di impegni! E il buon vocalist canadese non si tira certo indietro, sfornando il terzo disco sotto il proprio nome, dopo l'ottimo "Static Impulse" del 2010. Fatto l'ennesimo centro o bucato le acque del Lago Ontario?
Come auspicato e immaginato, assolutamente fatto l'ennesimo centro.
"Impermanent Resonance" inizia esattamente da dov'era finito il disco precedente, aggiungendo nuovi elementi che rendono il sound del LaBrie solista sempre più distante da quello dei Dream Theater, dando al progetto solista del buon James una dimensione propria e un'identità ben precisa.
Grazie soprattutto ad un comparto tecnico di assoluto valore, i brani di questo nuovo disco risultano tutti e 12 dannatamente interessanti, sia quelli più pestati e tirati, come l'opener "
Agony" o la conclusiva "
I Will Not Break", sia quelli più intimistici e calmi quali "
Say You're Still Mine", dove davvero viene sfondato, ma con classe, il muro del pop radiofonico.
In tutto questo troviamo un LaBrie davvero ispiratissimo, ben coadiuvato alle backing vocals dal solito
Matt Guillory, che oltre ad essere un ottimo tastierista e un grandioso songwriter si dimostra ancora una volta un cantante più che buono e con una gran voce, da un
Peter Wildoer sempre meraviglioso dietro le pelli e ottimo allo scream, ormai parte fondamentale delle composizioni di LaBrie, da un bassista che fa il suo (non me ne voglia
Ray Riendeau, ma più di così..) e da un chitarrista davvero fenomenale qual'è il nostro
Marco Sfogli, del quale dobbiamo andare davvero fieri.
Senza troppi se e troppi ma,
"Impermanent Resonance" si dimostra il miglior disco della discografia solista di
James LaBrie, MullMuzzler compresi. Completo, ispirato, originale, moderno..total package, non manca davvero nulla per essere messo in cima alla lista dei dischi da acquistare.
Quoth the Raven, Nevermore..