Copertina 8

Info

Anno di uscita:2013
Durata:44 min.
Etichetta:Prophecy Productions

Tracklist

  1. NORDAVINDENS KLAGESANG
  2. I SKUMRINGSTIMEN
  3. GJEMT UNDER GRENER
  4. LANGT I DET FJERNE
  5. MELLOM GRANTRAER
  6. HIMMELENS GROENNE ARR
  7. ET TEPPE AV MOSE
  8. SEVJEDRAAPER
  9. DYSTRE NATURBILDER
  10. FLYTENDE VANN
  11. STEIN OG BARK
  12. LOKKENDE LYDER
  13. SKYGGESPILL
  14. ROEDE BLADER
  15. MORGENGRY

Line up

  • Vàli: all instruments, vocals

Voto medio utenti

Talvolta, quando ti accingi a posar l’orecchio sulla nuova fatica di una band che hai imparato ad amare, speri in una evoluzione che possa stupirti, conducendoti laddove non avresti mai immaginato; talvolta, invece, speri solo che ogni cosa rimanga intatta, inalterata, così com’era. In questo caso, avrei pigiato senza tentennamenti il pulsante B e, per fortuna, avrei compiuto la scelta giusta.

Piccolo antefatto: il precedente (nonché primo) album di Vàli, intitolato Forlatt, è un’autentica gemma nascosta, uno di quei platter in grado di donare continue emozioni, anche a distanza di anni. E di anni, in effetti, ne son passati eccome, visto che il disco risale addirittura al 2004. Anche in considerazione della lunga pausa intercorsa tra i due lavori, si poteva ragionevolmente temere che la magia del debut si fosse smarrita chissà dove. Invece, posso annunciare con sommo gaudio che la one-man band norvegese non ha perso un’oncia dell’ispirazione e del lirismo di un tempo.

Come già anticipato, in Skogslandskap (nome piuttosto arduo da pronunciare, se mi è concesso) il folk dei Vàli è rimasto quello di un tempo. Folk che, per chi non li conoscesse (la maggior parte dei lettori, temo), è semplicissimo descrivere: niente vocals, niente percussioni, niente suoni ambientali, niente che non sia una chitarra accompagnata da strumenti come pianoforte, archi o flauto.

Appare senza dubbio più complesso esprimere a parole le sensazioni che le composizioni suscitano. Non aiuterebbe soffermarsi sulla disamina di singoli brani (anche se Himmelens Groenne Arr è da brividi): un album del genere implora letteralmente di essere ascoltato tutto d’un fiato. Per la cronaca, stiamo discutendo di 15 pezzi brevi e tutt’altro che intricati (a livello di struttura, poiché sotto il profilo puramente chitarristico si possono notare svariati passaggi complessi quanto pregevoli); in questo Skogslandskap la bellezza risiede proprio nella semplicità, nelle stupende melodie, imbevute di una malinconia senza tempo, e nella sconfinata carica evocativa.
Ascoltandolo ad occhi chiusi vi ritroverete, senza nemmeno accorgervene, nel bel mezzo di un bosco, intenti a rimirare l’impenetrabile beltà della natura. Una passeggiata di tre quarti d’ora che vi rinfrancherà l’anima.

Trovo inutile aggiungere altro. L'ultima creatura di Vàli non avrà niente a che spartire col metal, tuttavia ha molto a che spartire con la buona musica.
La scelta, come sempre, spetta a voi; il mio umile suggerimento, leggendo la recensione e il voto, l’avrete senz’altro intuito.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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