La storia musicale di
Simone Casagrande è quella di tanti musicisti che hanno iniziato a suonare uno strumento sulla scia di una passione che nasceva e cresceva negli anni 80 di pari passo con le grandissime band dell'epoca. Si iniziava sempre con qualche gruppetto al liceo con il quale si facevano cover e si suonava alle feste degli amici o nei locali che concedevano un po' di spazio ai ragazzi emergenti, poi si sentiva l'esigenza di creare qualcosa di personale per far sentire al mondo la propria voce. Di tutti questi giovani di belle speranze tantissimi non avranno avuto la forza di continuare, qualcuno avrà inciso uno o due demo, pochi avranno avuto la fortuna di incidere un disco vero e pochissimi, l'elite, avranno avuto successo e resteranno nella memoria metal.
Simone è uno che non molla e dopo tanti tentativi andati male, eventi avversi e una vita che purtroppo non regala proprio niente a nessuno, è qui a 40 anni suonati a dire ancora la sua nel tentativo di realizzare un sogno che segue da quando era un ragazzino e che non ha mai abbandonato per davvero.
Old School è il titolo di questo demo rigorosamente autoprodotto che come dice il titolo stesso è l'espressione più vera di tutto il background dell'autore che senza mezzi termini suona quello che ama di più. Ci troviamo di fronte, quindi, a uno speed thrash vecchia maniera che pesca a piene mani dai pilastri del genere, facendo più di un semplice riferimento ai primi
Slayer e anche ai primi
Sepultura, anche se la voce di Simone, che qui canta e suona la chitarra, è più tendente verso gli Anthrax e gli Exodus. Purtroppo per lui, però, le similitudini si fermano sulla carta perché le canzoni in questione non solo sanno di vecchio ma non pungono, non impressionano nè emozionano ma si limitano a essere una specie di brutta copia delle opere a cui si ispirano e non lasciano davvero nulla nel cuore e nella mente di chi ascolta. Per giunta la produzione è abbastanza povera e non mette in risalto a dovere proprio la chitarra, che sembra sempre sovrastata dalla batteria e da una voce che proprio non è la migliore freccia all'arco di Simone.
Che dire... con questo musicista condivido l'età, la passione per i bei vecchi tempi, lo strumento suonato e la voglia di realizzare un sogno che probabilmente non scomparirà mai e per questo gli avrei messo sette, anche otto, ma poi ci si scontra con la dura realtà che racconta tutta un'altra storia e che mi impone di restare il più possibile obiettivo e giusto nel valutare un lavoro che ha davvero poco da dire oltre lo spirito e l'impegno. Questo non sbarra nessuna strada, anzi, insegna che i sogni vanno seguiti fino all'ultimo dei nostri giorni e che mollare è per i deboli. Ma noi siamo cuori forti, siamo Old School.
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