Nuovo ensamble dalla Svezia, ma fortunatamente stavolta ci troviamo di fronte ad una band con un minimo di personalità. Il debut dei Silent Scythe, benché venga definito dalla band stessa come modern metal, di moderno ha solo la produzione, per il resto ci troviamo di fronte ad una rilettura dei classici stilemi del death/thrash di matrice svedese ibridati con un flavour, soprattutto nel cantato e in alcuni assoli, power/epic metal.
Il risultato è abbastanza convincente, avendo dei richiami al metal ottantiano, non eccedendo mai nella ferocia e nella brutalità ma avendo un occhio di riguardo alla melodia, la quale sovente ha uno stampo epico, ed è bello, per me, risentire certe sonorità dopo tanto tempo. Dopo un breve intro, l’uno/due rappresentato da “Longing For Sorrow”, sospesa tra At The Gates e Iron Maiden, e “Old World Disorder” dai cori epici e dall’assolo che mi ricorda, fatte le debite proporzioni, quello di “Destiny” degli Stratovarius, ci fanno subito capire di che pasta è fatta la band.
Le songs sono tutte molto varie e mettono sul piatto le loro influenze, in un sound che, pur non essendo nuovo, è comunque molto ben articolato e armonioso, riuscendo a coniugare le diverse componenti in maniera davvero molto buona.
Una menzione particolare va alle due conclusive tracks, entrambe sopra gli otto minuti, di cui la prima, “To Each His Own”, è molto evocativa, aprendosi con un arpeggio acustico prima di sciorinare tutte le proprie potenzialità, le quali sono quelle già messe in mostra dalla band nelle precedenti tracce, solo che qui vengono amplificate e trovano la propria acme, prima di chiudere con melodiose note di piano. La conclusiva “Feather” invece è una epic folk ballad acustica, registrata in fase di “drinkin’ sessions” (come ci informa la band), e risulta davvero molto evocativa; un modo davvero degno di chiudere un disco.
I Silent Scythe sono davvero una piacevole sorpresa, avendo il pregio di riproporre sonorità che hanno oramai assunto un fascino che oserei definire “vintage”, ma che al tempo stesso non risultano scontate o banali e riescono ancora a stupire per il proprio fascino e la propria qualità, risultando attuali e valide. Bravi.
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