Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:40 min.
Etichetta:Ark Records
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. RADJODRAMMA
  2. I NOSTRI OCCHI
  3. GIROTONDO
  4. LE LUCI DI HESSDALEN
  5. LA DANZA DEI PENSIERI NOTTURNI
  6. LUCENTE ANIMA
  7. IN SILENZIO
  8. INFINITO SPAZIO
  9. CORIANDOLI
  10. SPINA NEL FIANCO
  11. LAMENTO FUNEBRE
  12. PUNTI INVISIBILI

Line up

  • Corrado Videtta: vocals, guitars
  • Cecilia Videtta: vocals
  • Riccardo Sabetti: bass, guitars
  • Alfredo Notarloberti: violin
  • Alessio Sica: drums

Voto medio utenti

Sinceramente non so immaginare quanti dei lettori di Eutk possano avere familiarità con gli Argine, difatti la band campana è conosciuta soprattutto in ambito gothic/neofolk e fino a poco tempo fa non aveva mai prodotto materiale che potesse interessare anche a un pubblico più orientato verso il rock o il metal... Sta di fatto che questo nuovo lavoro, "Le luci di Hessdalen", propone alcune novità rispetto al passato, e probabilmente potrà attirare una tipologia di ascoltatori un po' diversa dalla ristretta élite che segue le formazioni della scena apocalyptic folk. L'album in realtà non rappresenta un taglio netto con ciò che il gruppo ha fatto in precedenza, ma in un certo senso lo rielabora in chiave post-punk/dark wave: il risultato è una serie di episodi piacevolissimi e piuttosto diversi tra loro, che mettono in luce le straordinarie capacità compositive di questo quintetto. La canzone posta in apertura del cd ("Radjodramma") è davvero un ottimo esempio di quanto ho appena affermato, si tratta infatti di un brano molto bello e immediato che richiama il new rock italiano degli anni ottanta e ci aggiunge elementi che all'epoca non venivano accostati a quel tipo di musica, vedi ad esempio il suono del violino. La seconda traccia, intitolata "I nostri occhi", è più lenta dell'opener e ricorda i Diaframma, mentre il pezzo successivo spiazza completamente l'ascoltatore con sonorità di chiara ispirazione post-punk. Subito dopo arriva "Le luci di Hessdalen" (una ballata più simile alle cose dei "vecchi" Argine, con la chitarra acustica e il violino a farla da padrone), seguita da una carrellata di brani che ripropongono la commistione di stili che rende così particolare l'intero disco. Il livello medio delle composizioni è molto alto a mio parere, difatti in questo caso non si può parlare di episodi riusciti meglio o peggio, bensì di dodici canzoni che sono decisamente una più bella dell'altra. Davvero un grande ritorno per Corrado Videtta e soci, ancora una volta capaci di stupirci con un lavoro di ottima fattura e ricchissimo di sfumature...
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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