Copertina 6

Info

Anno di uscita:2004
Durata:51 min.
Etichetta:New LM Records
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. ALMOST MEAT
  2. APHASIC
  3. HALLUCINATION…
  4. PRODUCE CONSUME REDEMPTION
  5. WHITEPEACE
  6. ORIGIN
  7. *IT*
  8. NARCOTICA
  9. SEVENTH SCAR
  10. HUMAN DEATH TRIP
  11. ...AND ILLUSIONS
  12. NEW ISOLATION FORM
  13. WORMS PRAYER
  14. CANDLEDROME

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Gli Infection Code del precedente “Life Continuity Point” erano davvero una band destabilizzante, autori di un suono claustrofobico, acido e “involuto”, che prendeva molto spunto dai Fear Factory di “Soul Of A New Machine”. Un disco di una pesantezza estrema, gelido come i ghiacci antartici, disturbante ed alienante. Faccio questa premessa perchè gli Infection Code di “Sterile”, pur progredendo nella loro proposta sonora, fanno invece un passo indietro a livello compositivo. Tanto era scarno “Life Continuity Point” quanto pingue è questo “Sterile”, il che non è propriamente quel che potrebbe sembrare.
“Sterile” suona come potrebbero suonare i Voivod nel 2004, e state pur certi che però nella proposta degli Infection Code sarà possibile ascoltare ancora i Fear Factory, ma pure i Meshuggah, i Dillinger Escape Plan, i Godflesh, mix continui di death, thrash, grind, industrial, noise e via dicendo. Questa estrema varietà della proposta, pur essendo lodevole nelle intenzioni, è purtroppo anche il punto debole della band. Il suono non è mai definito, a volte sembra un pastone senza capo né coda, che gioca sugli inserti elettronici per riempire i momenti “vuoti” del disco. Sembra che la band abbia voluto fare il passo più lungo della gamba, ma ciò non significa che non ne abbia le qualità e le capacità, semplicemente sembra confusa. Ovviamente non mancano i momenti buoni e questo disco, ripulito dalle scorie che lo appesantiscono, è certamente un buon disco. Una critica severa però che mi sento di fare è al singer, il quale non si può sentire, o almeno io non sopporto la sua voce, il suo continuo gracchiare che talvolta sembra un ragliare. Questo è certamente uno dei punti più deboli di questo disco.
Vorrei riuscire a descrivervi meglio le mie perplessità su questo disco, ma l’unico modo che mi sovviene, o almeno quello che mi sembra che renda meglio l’idea, è quello di immaginare di avere tutti gli ingredienti per fare la torta più buona del mondo e non riuscire ad amalgamarli ed elaborarli per portare al termine il prelibato compito. Tuttavia son sicuro che la band già dal prossimo disco saprà trovare la ricetta giusta per fornirci un disco di assoluto valore, perché sono sempre stato convinto che gli Infection Code siano una delle migliori realtà italiane. Non mi sento di stroncare “Sterile”, ma non mi sento nemmeno di scendere sotto la sufficienza, viste le capacità e le intenzioni della band.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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