Incrociati già una manciata di anni fa, quando la Pure Steel aveva ristampato i loro due primi dischi ("Defender of Metal" e "Heroes of Tomorrow"), questa formazione brasiliana, arruolato un nuovo cantante, si ripresenta nuovamente al fianco dell'etichetta tedesca con un album nuovo di zecca.
E il binomio
Hellish War und Pure Steel Records non poteva essere più azzeccato, infatti, a dispetto delle loro origini questo manipolo di irriducibili
defenders attinge per il proprio sound alle
indomiti fonti del sacro Metal Teutonico.
E di questo non gliene si può fare certo una colpa.
Anzi.
Ma all'ascolto di "Keep It Hellish" gli Hellish War risultano esageratamente prolissi, un difetto che traspare già sulla strumentale "Battle at Sea", a metà tra i Running Wild e gli Iron Maiden, così come sulla seguente "Phantom Ship" (canzoni, che credo siano concettualmente collegate), e ancor più su quelle "Scars" e "The Quest" che si perdono in qualche passaggio strumentale di troppo.
Da segnalare come il nuovo screamer, Bil Martins, se la cavi discretamente non facendo rimpiangere chi lo aveva preceduto, adattandosi senza particolari patemi ad un sound che oltre ai gruppi succitati rimanda anche ai primissimi Helloween ("Master of Wreckage") ed ai seminali Judas Priest.
... We are Defenders of the FaithI am
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