Copertina 9

Info

Anno di uscita:2013
Durata:58 min.
Etichetta:Cruz del Sur
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. TRUMPETS OF DOGGERLAND (THERE WERE GIANTS IN THE EARTH IN THOSE DAYS)
  2. SOL INVICTUS (WITH FAITH AND FIRE)
  3. BILWIS (SORCERY AND WITCHCRAFT IN EASTERN BAVARIA)
  4. HERESIARCH (THOUSANDFACED MOON)
  5. TWELVE STARS AND AN AZURE GOWN (AN ANTHEM FOR EUROPA)
  6. DER UNTERGANG DER STADT PASSAU (FLAMING SWORD OF THE WATCHERS)
  7. ENTHRONED IN CLOUDS AND FIRE (THE GREAT CLEANSING)
  8. WHITE GODDESS UNVEILED (CROWN OF THE SEPHIROTH)

Line up

  • Mario Weiss: drums, piano
  • Michael Koch: guitars
  • Markus Becker: vocals
  • Florian Kreuzer: bass
  • Manuel Trummer: guitars

Voto medio utenti

Iniziare questa recensione con "meraviglioso" sarebbe scontato ma la realtà talvolta è quanto di più logico possa accadere: le premesse, alla luce del capolavoro "The Golden Bough", uscito nel tardo 2010, erano palesemente ottime ed infatti così è stato e semplicemente il nuovo "The White Goddess", sempre per l'illuminata Cruz del Sur, è all'altezza del suo predecessore ed all'enome true epic metal dei bavaresi Atlantean Kodex, senza alcun dubbio tra i giovani gruppi più validi ed emozionanti degli ultimi lustri.

Doom? Epic? Semplicemente metal, metal nell'animo: adulto, serio, drammatico, profondo, sentito, passionale e ragionato, metal nel senso più integerrimo e responsabile del termine, in cui testi meravigliosi adornano con grazia e semplicità le lunghe composizioni narrate con cura e stentoreo pathos da Markus Becker, un vero nuovo profeta di sensazioni mai sopite.

Cinque brani, con 3 introduzioni, che sfiorano o superano i dieci minuti di lunghezza ciascuno, che tuttavia scorrono incessanti e maestosi come i grandi fiumi d'Europa, quell'Europa amata ed incensata dagli Atlantean Kodex che ne vorrebbero risvegliare l'orgoglio e ne celebrano la storia, dalla più solare ed immediata "Sol Invictus" alle più funeree "Enthroned in Clouds and Fire" (forse la più riuscita del lotto) e "Heresiarch" che probabilmente infine rappresentano con maggiore precisione la tonalità di questo "The White Goddess", un disco cupo e triste, nel quale la dimensione epica ed evocativa possiede dei risvolti fatti di rimorsi, di errori e di negatività e che proprio per questi fattori risultano ancor più efficaci e drammatici.

Tedeschi, nell'accezione più positiva ed illuminata che si possa intendere, gli Atlantean Kodex disegnano un'opera i cui contorni vanno nuovamente oltre quelli di un normale disco e che assumono maggiormente le dimensioni di una completa ed esaustiva disamina, in musica, di un movimento culturale, letterario e storico reso nel nostro amato heavy metal in un modo terribilmente efficace e entusiasmante.

Assolutamente da avere, per elevarsi ed arricchirsi culturalmente, oltre che per godere di un'ora di ottimo metal che ci accompagnerà, ancora, a lungo...

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 24 ott 2013 alle 19:02

per tematiche e struttura un capolavoro...l'unica pecca la poca aggressività di alcuni pezzi...ecco li vorrei un po' + battaglieri...cmq bello!

Inserito il 14 ott 2013 alle 00:32

Spesso la Vera Arte si nasconde tra gli"outsiders"e le bands da "culto"perché non sono "abbagliate"dal vil denaro e hanno tutta l'Energia Creativa & Immaginativa che le "grandi bands"spesso si sognano(ma non sempre per fortuna). Grande cover,dopo Bocklin(in"The Golden Bough"gemma grezza ma dorata) Friedrich. Questo disco mis embra registrato molto meglio e più "in your face"e ha tutte le potenzialità di diventare un cult di"successo"! Anche il buon Sandro Buti l'ha giustamente premiato su"Metal Maniac". Mi ricordano come concetti un'altra grande band da culto,gli eroici While Heaven Wept. Ottima label la Cruz del Sur(qualità non quantità).

Inserito il 13 ott 2013 alle 15:35

Musicalmente ottimo ma c'è qualcosa che non mi torna nella voce, più che altro come è stata registrata. E' troppo in your face e sopra a tutti gli strumenti e qualsiasi piccola incertezza salta fuori.

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