Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2013
Durata:46 min.
Etichetta:High Roller Records

Tracklist

  1. VOODOO (INTRO)
  2. HEAVY METAL POSSESSION
  3. PAURA NELLA CITTA DEI MORTI VIVENTI
  4. HELLHOUNDS
  5. NIGHT OF THE UNDEAD
  6. HEAVY METAL DEMONS
  7. FIGHT FOR ROCK
  8. PAGANINI HORROR (INSTRUMENTAL)
  9. SIGN OF THE JACKAL
  10. QUEENS OF HELL
  11. THE BEYOND
  12. TRICK OR TREAT (FASTWAY COVER)

Line up

  • Laura Coller: vocals
  • Roberto "Bob" Condini: guitars, vocals
  • Max: guitars, vocals, keyboards
  • Röby "Knife": bass, vocals
  • Heavy Mate: drums, vocals

Voto medio utenti

Dopo essersi aperti la strada a suon di sonore mazzate e grazie a un paio di EP, i Sign of the Jackal danno alla luce il loro album d'esordio per la High Roller Records, con la sempre attenta etichetta tedesca che per l'occasione viene a pescare qui in Italia. Per la precisione da Rovereto, in provincia di Trento, dove i Sign of the Jackal si sono formati nel 2008 per dedicarsi a un robusto Heavy Metal che, anche per la presenza dietro al microfono della brava Laura Coller, ci rimanda a formazioni come Warlock, White Skull, Sentinel Beast, Hellion.

Una precisazione, questa, che toglie tutti i dubbi che potevano spuntare guardando la copertina di "Mark of the Beast", che (così come quella dei due precedenti lavori) poteva far pensare a una band dedita ad un Metal più estremo. Infatti, se l'introduzione "Voodoo" è interlocutoria, la seguente "Heavy Metal Possession" da solo certezze: uno spedito Metal ottantiano che i Sign of the Jackal hanno saputo metabolizzare e fare proprio, unendolo a una evidente passione per gli horror movies. Ecco così giustificato il dialogo (in italiano) di "Paura nella Citta dei Morti Viventi", a dispetto del titolo cantata in inglese, che si segnala anche come uno degli episodi più riusciti del disco, con una bella prova della cantante e dei due chitarristi (dove ritrovo Roberto Condini dei National Suicide) e per quel feeling retrò che ne traspare, lo stesso che ritroviamo anche nella rockeggiante "Queens of Hell".
La velocità è invece garantita da "Hellhounds", con il suo approccio spiccatamente teutonico (primi Helloween o i meno fortunati Warrant) e da una "Heavy Metal Demons" più vicina alla lezione britannica. Ad ogni modo è l'intero disco a scorrere via solido e senza particolari cadute di tensione, se non forse la strumentale "Paganini Horror" e le sue scorribande bonjoviane. Da segnalare ancora la presenza in chiusura della cover di "Trick or Treat", brano dei Fastway usato nella colonna del film "Morte a 33 Giri", a suggellare l'unione tra musica Metal e film horror.

Un'altra lama affilata per la R.W.O.H.M., e fa piacere sapere che è stata forgiata dalle nostre parti.

I am
I hear
I see
I feel
I review
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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