"Sid Vicious is dead", ovvero le rockstars non ci sono più e allora bando ai rimpianti e sguardo dritto al futuro.Sono questi, in breve, i condivisibili presupposti con cui i
Seta affrontano il convulso e stagnante panorama musicale contemporaneo, ma se vi aspettate “rivoluzioni” sonore dal loro debutto “Interferenze”, rimarrete irrimediabilmente delusi.
Qualora, invece, siate consumatori della forma più accessibile dell’
alternative cantato in italiano, qui declinato in una discretamente intrigante ibridazione tra suggestioni malinconiche, elettronica adescante e appelli al
rock tricolore più
radiofonico, il suggerimento è di fornire una
chance (d’ascolto, perlomeno …) a questi preparati ragazzi veneti, magari poco “eversivi” e tuttavia non privi di carisma e di capacità tecnico-compositive.
Litfiba, Subsonica, Ligabue e Negrita possono rappresentare “precedenti” storico-artistici importanti per fornire all’astante un’idea approssimativa del prodotto in questione, un lavoro piuttosto equilibrato tra musica e liriche, entrambe mai eccessivamente banali, nonostante una certa “familiarità” complessiva.
“Sid”, “Lame di luce”, “La follia” e la pregevole “Per un giorno in più” hanno tutti i mezzi per conquistare gli estimatori del genere e “Romanza” aumenta con gusto il coefficiente “ruffiano” dei suoni, offrendosi come la maggiormente adatta ad un
airplay copioso e fortunato.
Chi cerca la grinta sarà accontentato dalla robusta “Istante”, il retaggio
new-wave di “Indifferente” e“Clock" è gradito e ciononostante non le preserva da una leggera abulia espressiva, così come non convincono del tutto né le
funk-erie “spaziali” di “Alibi” e né le pulsazioni sintetico-tribali di “SyNTESI”, un “riempitivo” di cui si poteva tranquillamente fare a meno.
Abbastanza fascinosa appare, invece, la
ghost track “Suena”, una versione di “La follia”
remixata da Daniele Dupuis (in arte Megahertz, polistrumentista noto per la sua militanza nella
band di Morgan) che, con le sue atmosfere crepuscolari e avvolgenti, non mancherà di popolare i
dancefloor più selezionati e
chiccosi.
Nell'insieme una prova godibile, dunque, per forma e sostanza, in un campo in cui, però, una concorrenza agguerrita e spietata costringe i Seta ad un ulteriore sforzo di “distinzione”, allo scopo di emergere risolutamente dal cumulo massificante dei “promettenti”.
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