Non sono mai stato un fan accanito dei norvegesi
Throne Of Katarsis, per cui ne ho seguito la carriera senza alcun preconcetto, ma anche senza troppe aspettative, ed è stato così con un minimo di curiosità e senza molto entusiasmo che mi sono avvicinato a questa nuova fatica, ma ascolto dopo ascolto sono riuscito ad entrare sempre più in sintonia con questa nuova fatica e alla fine posso dire di aver apprezzato quanto proposto in questi tre nuovi lunghissimi brani. Quanto proposto dal gruppo durante la propria carriera è sempre stato molto fedele ai canoni del tipico black metal norvegese, ma bisogna certamente riconoscere alla band di aver sempre avuto un certo approccio personale alla materia, e in questo
“The Three Trascendental Keys” non sono da meno e portano il concetto all’estremo forgiando un album nerissimo e freddissimo come solo i lunghi inverni nordici sanno essere. Già dalla copertina oltremodo tetra e teatrale si capisce che i
Throne Of Katarsis sono diventati “grandi” e hanno deciso di approcciare la materia in maniera ancora più seria e passionale e tutto ciò è più che evidente nelle prime due songs che, pur oltrepassando i dieci minuti sono ben concepite, intense, maligne e maledettamente nere. Purtroppo la cosa non si ripete nel pezzo finale
“The Third Transcendental Key: In Timeless Aspects” dove la band sembra veramente fare il passo più lungo della gamba e così gli oltre diciassette minuti del pezzo diventano un continuo oscillare tra momenti di inaudita intensità satanica e altri di vuoto assoluto, dove l’attenzione cala improvvisamente. Sono sicuro che se la band avesse limitato l’eccessiva dilatazione del pezzo ci saremmo trovati di fronte ad un vero inno alle tenebre come non si sentiva da molto tempo. Non ci resta che segnalare che la registrazione è molto cruda, secca e fredda come da tradizione norvegese, e che sinceramente non se ne poteva più di queste produzioni super leccate e oltremodo lavorate anche in ambito estremo, per cui, da nostalgico del “pure Norwegian black metal” non posso che essere contento e soddisfatto.
“The Three Trascendental Keys” si segnala dunque come un album ambizioso che solo per poco non è riuscito a centrare in pieno l’obiettivo, ma le nere atmosfere e le tetre sensazioni che si possono respirare in questi quarantasette minuti sanno veramente di zolfo e nostalgia allo stesso tempo. Mi verrebbe da dire che di album così ce ne vorrebbero di più, ma mi rammarico anche per il fatto che si poteva fare di più, non un album indispensabile, ma una sana boccata di gelo nordico, questo in fondo è il black metal …
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