Nel caso facciate parte della folta schiera di nostalgici convinti che gli anni ottanta fossero quanto di meglio sia esistito e potrà mai esistere in fatto di Hard Rock ed Heavy Metal, sappiate che non siete soli: i cinque componenti della band svedese Black Rose la pensano esattamente come voi. Non solo, stufi di vivere di ricordi hanno pensato bene di regalare a se stessi e al mondo "Explode", una full immersion nei bei tempi andati e commosso omaggio all’immortale memoria di Iron Maiden, Running Wild, Dio, Yngwie Malmsteen…
E come potrebbero mancare assoli velocissimi, cantato rude, tastiere pompose e suoni cupi tanto per rendere il tutto il più "metallaro" possibile? Infatti: ognuno di questi elementi è presente all’appello, comprese alcune note di una sinfonia di Mozart in "On Your Knees". Il punto è che qualcuno avrebbe dovuto spiegare ai cinque che avrebbero dovuto cercare di scrivere qualcosa che avesse anche solo una lontana parvenza di originalità.
Non c’è dubbio che quattro quinti della formazione siano composti da ottimi musicisti ma il loro lavoro risulta sminuito in primo luogo dal discutibile vocalist Johan Spinlord, troppo impegnato a sembrare brutto sporco e cattivo, e in secondo luogo da una totale assenza di personalità causata da un disperato tentativo di somigliare quanto più possibile agli eroi dei poster appesi nelle loro camerette.
L’unico brano realmente piacevole all’ascolto è la title-track "Explode", dove un gran bel lavoro del bassista Anders Haga sostiene una melodia interessante, purtroppo vittima del cantato non sempre all’altezza del sopraccitato Spinlord. Lo sforzo compositivo dei Black Rose (a proposito, sbaglio o c’era già un gruppo NWOBHM con questo nome?) sembra esaurirsi qui: il resto è un tripudio di riff già sentiti e trovate pacchiane, comprese "Thunder And Lightning", narcolettico tentativo di romantica ballad, e la strumentale "Firefly", patetico ossequio alle composizioni di Sua Maestà Yngwie J Malmsteen.
Chiude il tutto la fin troppo ottimistica "We Can Make It" che inizia con un intro di tastiera identico a quello di "I Just Died In Your Arms" dei Cutting Crew.
I Black Rose potrebbero, e dovrebbero, cimentarsi con brani di tutt’altra portata invece di cercare di competere inutilmente con mostri sacri la cui maestria è per loro inarrivabile. Per ora definirei gli esecutori di "Explode" come poco più che una cover band da centro sociale d’alto borgo.
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