Capitolo riassuntivo per Frederic Slama, ex giornalista e musicista francese trapiantato a Los Angeles, ideatore e titolare del progetto AOR. Progetto alquanto prolifico che conta 4 album in 4 anni, ognuno dei quali ricco di ospiti illustri e accolto con gran calore dal pubblico affamato del genere Westcoast-AOR.
Ogni brano mai apparso nei quattro album, comprese le tre bonus track contenute in “Nothing But The Best”, è un esemplare di classico stile Westcoast, senza contaminazioni ed eternamente fedele a se stesso. Slama regala agli appassionati del genere esattamente quello che ci si aspetta: brani dal cauto incedere, voci cristalline e cori “pluristratificati” con evidenti, e dichiarati, richiami a formazioni storiche quali Toto ( che compaiono al gran completo come ospiti in “L.A. Reflection” uscito nel 2002), Boston e Chigaco.
La produzione è affidata a Tommy Denander, infaticabile mente creativa e protagonista di Radioactive e un numero enorme di altri progetti, che riesce a creare un prodotto perfetto in cui ogni suono è al posto giusto e i volumi sapientemente dosati.
Altra carta vincente dell’intera discografia di AOR è la scelta sempre azzeccata di veri e propri eroi del Westcoast quali Goran Edman (Malmsteen, Snake Charter, Street Talk…), vari membri dei Toto, Bill Champlin (Chicago) e leggende del calibro di David Roberts e Dane Donahue, assenti dalle scene da oltre vent’anni. È d’obbligo notare come Slama riesca ad assegnare ad ognuno il giusto spazio facendo in modo di far brillare ogni stella della stessa intensità.
Le tre bonus track “Desperate Dreams”, “In My Crystall Ball” e “Only In My Dreams” aprono la sequenza dei brani e ospitano le voci di Fergie Frederiksen ("Desperate Dreams") e Dane Donahue (“In My Crystal Ball” e “Only In My dreams”). Se la prima è relativamente veloce e dalle melodie vagamente pop, le due seguenti sembrano essere state scritte negli anni’80 e registrate oggi…lungi questo dall’essere un difetto. In “Leave Her To Heaven” Goran Edman presta la sua inconfondibile voce, impareggiabile quando si cimenta con questo tipo di composizioni. Seguono “On Dangerous Ground”, suggestiva ballad ricca di cori “ottantiani” e “The Way Of The Night”, mid-tempo in cui il basso fa sentire la sua presenza e voci e cori sono costruiti egregiamente tanto da far risultare questo il miglior pezzo dell’album.
“Teach Me How To Love You Again” è l’ennesimo tributo ai primi anni 80 ed inizia con un bell’intro di sax; mentre nella lenta “Worlds Away” la presenza dell’organi non basta a fare dimenticare il ritornello quasi identico alla precedente “The Way Of The Night”.
“Don’t Let Her Go” è degna di nota solo per il basso che attira prepotentemente l’attenzione e “You’re My Obsession” è un capolavoro vocale ad opera di Steve Overland.
“Never Gonna Let Her Go” e “Love Has Found Its Way” sono lenti non troppo degni di nota, seguiti dalla mediocre “Sensation” dove viene addirittura tentato un assolo di chitarra mediamente veloce, e dalla noiosa “Lost In Your Eyes”.
Chiude la track-list “A Quiet Storm”, non un miracolo di originalità ma titolare di un ritornello accattivante.
Non ci sono certo innovazioni di alcun tipo in questo album, anzi sembra di ascoltare qualcosa di volutamente scontato, ma la produzione eccelsa, gli ospiti illustri e alcuni brani meglio riusciti di altri bastano a rendere questo album degno di interesse. Specie per chi non sappia chi siano gli AOR.
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