Accolgo "Crown of Steel" con un po' di sorpresa ma con ancor più entusiasmo, dato che che ho seguito gli
Shadows Of Steel sin dai loro primi passi, sia grazie ai loro dischi sia dal vivo (me li ricordo, ad esempio, ai 4 Assi), e oltre a dei precursori li ho sempre reputati un'ottima band.
Non particolarmente fortunata.
Ad ogni modo la nuova formazione ritrova, al fianco di Wild Steel e Steve Vawamas, due
vecchie conoscenze come Andrew Mc Pauls e Frank Andiver, oltre ai due chitarristi Yackson e Ice Reaven che già avevano suonato sul precedente album, "Second Floor" risalente a più di dieci anni fa.
Tutti musicisti che tra un impegno e l'altro ne hanno
macinato di Metal nel corso degli anni, e che ora concorrono a far di "Crown of Steel" il degno erede dei precedenti lavori.
Senza stare a snocciolare tutti i gruppi, progetti solisti e le collaborazioni cui ha preso parte, Wild Steel non si è praticamente fatto mancare niente, ma soprattutto ha accumulato un'evidente esperienza che lo ha aiutato a crescere e a dare vita ad una prestazione di assoluto spessore, per versatilità e pathos ("On the Waves of Time", la ballad "Recall"...).
Ma a convincere sono ovviamente anche le canzoni, legate a doppio nodo a quel Power Metal
made in Italy che è da sempre nel D.N.A. degli Shadows Of Steel, veloci, con spunti neoclassici, passaggi melodici che si alternano a taglienti accelerazioni, efficaci anche quando è il momento di "Outsider", orecchiabile, nelle tastiere, nei suoi cori maideniani e per quell'approccio easy e scanzonato che la contraddistingue. E, a proposito di tastiere, è evidente come l'apporto di Andrew Mc Pauls sia stato fondamentale per la riuscita di "Crown of Steel", visto che marchia a fuoco ogni singolo brano, di un bel disco che risveglia sensazioni che sembrano ormai perse da anni, ma che hanno saputo reggere il trascorrere del tempo.
I know the seasons are changing...I am
I hear
I see
I feel
I review
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