Una brillante e “coerente” maniera per festeggiare i cinque anni d’attività, quella scelta dalla gloriosa etichetta nostrana Jolly Roger Records.
Uno
split in vinile 12" (con tiratura limitata a duecentocinquanta copie) tra
L'Impero Delle Ombre e la
Bud Tribe, le stesse
bands che officiarono la nascita della
label (avvenuta con l'uscita di un analogo prodotto in condivisione, il 7" “Dr. Franky / Star Rider”, ormai da tempo
sold out), interpreta perfettamente il senso d’integrità e di continuità, intriso di cultura e di viscerale passione per il metallo tricolore, tipico di una “piccola” realtà discografica che per questa sua benemerita opera di (ri)valutazione meriterebbe rispetto e plauso pressoché incondizionati, se non fossimo in una nazione in cui invidie, esterofilie e provincialismi appaiono tuttora “piaghe” difficili da debellare.
Fortunatamente, com’è giusto che sia, la Jolly Roger Records prosegue dritta per la sua strada, con la determinazione di chi è fermamente convinto di un’idea poi ineluttabilmente condivisa e sostenuta dai veri
metalofili, e questo lavoro (ma occhio anche all’imminente trascrizione su acetato del
demo dei Sacrilege, un’autentica chicca per i cultori del “lato oscuro” del settore, di cui parleremo presto …) non fa che avvalorare la sua assoluta devozione alla “causa” e la sua attenzione a sfuggire il “banale”, anche in un momento storico in cui certi suoni “classici” sembrano aver riconquistato i favori degli addetti ai lavori e del pubblico.
Arrivati ai contenuti del disco, impossibile non rimanere istantaneamente affascinati dall’inedito de L'Impero Delle Ombre, scritto da Giovanni "Goldfinch" Cardellino ai tempi della sua breve militanza nei Sabotage, ispirato dai massacri perpetrati nel periodo di occupazione nazi-fascista del nostro territorio e da alcuni fenomeni di natura spettrale manifestatisi nei luoghi degli orrori, nei decenni successivi a quei terribili eventi.
“Corvi neri”, dedicato alle vittime di tutte le guerre e di tutte le dittature, è un gioiellino di tensione emotiva e di forza espressiva, figlia della
NWOBHM più fosca e della fiera scuola italica del genere, con la Strana Officina tra i principali numi tutelari.
La nuova versione di "Divoratori della notte" (abbastanza fedele all’originale) fa venire la voglia di rispolverare immediatamente quel piccolo capolavoro di
hard-prog-doom che risponde al nome di “I Compagni di Baal”, mentre la riedizione rimasterizzata di “Dr. Franky” mostra il lato più “istintivo” del gruppo, consolidato in un frenetico duello di chitarra / voce / tastiere, senza per questo perdere il suo peculiare fascino caliginoso.
Girando l’albo (bella storia poter usare queste espressioni nel loro effettivo significato …) e passando alla Bud Tribe, tocca a "Warrior creed", alla suggestiva "Rule the lightning" (le due
bonus tracks della versione
Cd di “Eye of the storm”) e alla riverniciatura concessa alla mitica "Star rider" confermare ancora una volta le capacità, il carisma e l’entusiasmo incontenibile di una formazione davvero intensa, potente e coinvolgente.
Come si dice …
auguri e cento di questi giorni … di vero cuore.
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