Penso si possa parlare di super gruppo per i
Lumbar, il loro debutto
The First and the Last Day of Unwelcome è infatti il frutto dell'unione di tre menti creative con influenze differenti ed un variegato background musicale. Questo progetto comprende infatti
Aaron Edge (
Brothers Of The Sonic Cloth, Iamthethorn, Roareth, Rote Hexe),
Mike Scheidt (
YOB, VHÖL) e quel simpatico smilzo di
Tad Doyle (
Tad, Brothers Of The Sonic Cloth) non sicuramente dei giovincelli, ma gente esperta e con le idee chiare su cosa proporre e come farlo.
Ci troviamo di fronte ad un'opera difficile, disturbante, malsana e destabilizzante ma, forse proprio per questo, dannatamente affascinante. Nel concreto parliamo di un doom metal misantropico che fa della lentezza, delle atmosfere e dell'interpretazione da brividi, le sue colonne portanti. Sette canzoni oppressive (ognuna ha il nome di un giorno) per un viaggio di una settimana nel dolore più profondo, sette componimenti espressamente concepiti per immergere l'ascoltatore nell'angoscia e nella paura.
Poche note ripetute che più basse non si può, il ronzio e l'overdrive saturano l'aria in modo tangibile, urla dilanianti e disperate entrano in scena e scandiscono versi sul tempo dettato da una batteria in slowmotion, silenzio. Violente manate a far vibrare le funi di basso e chitarra, feedback, rumori in una stanza vuota, poi, il nulla.
La quinta traccia è un intermezzo, con urla lontane, un sottofondo di rumori di un grosso spazio chiuso che sembra uno scannatoio, altri rumori indefiniti si sovrappongono creando malessere e destabilizzando l'ascoltatore che si immerge in un orrifico luogo malato. Tornano poi le note vibranti delle corde che fanno percepire la sofferenza delle valvole che stanno sbraitando fuori dagli ampli tutta quella densità sonora che fatica a passare.
Non è facile tenere il passo e rimanere lucidamente attaccati allo scorrere di questo disco, fortunatamente l'esigua durata del lavoro (appena 25 minuti) ci viene in aiuto. Meno male che hanno deciso di fare tante canzoni quanti i giorni di una settimana, se si fossero lanciati in una mensilità o un trimestre intero, ci ritroveremmo con la schiuma alla bocca, per terra, in un angolo della stanza a dondolare sulla schiena, rannicchiati in posizione fetale.
Forse sarà il primo e l'ultimo lavoro per i
Lumbar, visto che purtroppo al chitarrista (batterista, bassista e graphic designer)
Aaron Edge è stata diagnosticata la sclerosi multipla. Un motivo in più, dunque, per prestare attenzione e dare un ascolto al caparbio operato di questi musicisti. Come coordinate, direi che siamo dalle parti di
YOB, Moss, Sleep e
Cathedral più lenti e lugubri, roba particolare e non per tutti, proprio come l'arte. Fatevi sotto, se ne siete capaci.
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