Davvero interessante questo debutto degli
In Autumn, band vicentina formata appena due anni fa, dal forte appeal internazionale e non lo dico perché il suono sia "alla moda" o imiti un gruppo in particolare, ma perché può, visto le sue diverse influenze, trovare un positivo riscontro non essendo inquadrabile unicamente in un filone musicale.
I riferimenti per capire la proposta contenuta in questo primo
Reborn sono molteplici, il suono è un metal oscuro, a tratti malinconico, cantato (ripeto, cantato) a volte in modo incisivo e deciso, in altri momenti sussurrato, in altri ancora declamato con voce bassa e suadente prendendo a modello
Michael Akerfeldt e
Ville Laihiala. Qui mi riallaccio per citare le loro influenze che, oltre a
Opeth e
Sentenced, sono da andare a cercare nei vecchi
Katatonia, Moonspell e
Crematory con in più un pizzico di metal classico, gothic e prog, oltre a svariati riff cannibalizzati agli
Amon Amarth. Brani energici che sanno però rallentare e farsi più mesti rimanendo convincenti, si alternano ad episodi più ragionati in cui anche le tastiere emergono, niente di pacchiano, non è una band piaciona. Gli
In Autumn non sono tecnici e non cercano la velocità ma preferiscono l'introspezione, le atmosfere e la sperimentazione, pur senza disprezzare riff taglienti e incisivi quando è il momento di scuotere l'ascoltatore.
Qualcosa ancora da mettere a posto c'è, come certi cambi d'atmosfera un po' "secchi" e la produzione da ottimizzare, però hanno dalla loro una notevole originalità e pensano con la propria testa, grande pregio. Fa piacere trovare ogni tanto band che non è facile infilare in un filone preciso. Ribadisco, il disco è molto bello, curato e si ascolta con gran piacere, provate!
Qui potete trovare tutto l'album in streaming.
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