Copertina 7

Info

Anno di uscita:2013
Durata:51 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. DOWNTOWN
  2. FREE
  3. UNDERNEATH MY BED
  4. LEAVE ME BLIND
  5. MOONSHINE
  6. BELIEVER
  7. I WANNA KNOW PART 1
  8. I WANNA KNOW PART 2
  9. CORTEZ THE KILLER

Line up

  • Nick Van Delft: vocals, guitar
  • Stephan Gall: guitar
  • Janosch Rathmer: drums, percussion
  • Ruben Claro: bass, organ

Voto medio utenti

Gli Zodiac hanno tutto quello che serve per attrarre istantaneamente l’attenzione dei cultori del cosiddetto retro-rock: look semplice e “giusto”, monicker e presentazione grafica dei loro prodotti musicali seducenti e dalle implicazioni velatamente esoteriche, il tutto accompagnato da un discreto hype, che li consegna alla scena di riferimento con i connotati di una “nuova sensazione” germanica di settore.
Tutta “roba” che, in realtà, non fa che aumentare il mio congenito “scetticismo”, in un momento storico in cui certi suoni sono tornati in auge e in cui, come spesso accade quando qualcosa diventa (o sarebbe meglio dire “ritorna” …) di “moda”, è sempre difficile raccapezzarsi.
Ebbene, proprio perché inizialmente piuttosto sospettoso, mi sento di consigliare caldamente, anche ai più smaliziati estimatori del genere, l’ascolto di “A hiding place”, un album che di primo acchito può sembrare “uno dei tanti”, ma che molto presto inizierà a “molestarvi” in maniera subdola e irrefrenabile, attraverso una musica sofferta, intensa, che vibra nelle ossa e si conficca nel cuore con “armi” antiche e non per questo meno temibili ed efficaci.
Chiamatela “anima” o semplicemente una notevole capacità nel mutuare gli insegnamenti dei maestri (nello specifico, Led Zeppelin, Free, Humble Pie, Deep Purple, Thin Lizzy, Lynyrd Skynyrd e James Gang, innanzi tutto …) e appropriarsene, in ogni caso i ragazzi di Münster, capitanati da un vocalist alquanto espressivo e da chitarristi intrisi di Clapton, Beck, Trower e Kossoff, dimostrano di dominare con naturalezza esemplare la materia, rendendo la “nostalgia” un sentimento tuttora vitale e costruttivo.
La “perfezione” non c’è ancora, invero, e anche se i vari The Answer, Rival Sons e Free Fall, possono contare, al momento, su un pizzico di superiore tensione emotiva nel songwriting, è innegabile che un brano come “Free”, un gioiellino di seduzione melodica e passionalità, non si riesca a realizzarlo se non si possiede il “fuoco sacro” dell’empatia tra le proprie qualità artistiche.
A meno di un’incollatura dall’acme dell’opera si collocano poi la frizzante “Downtown”, la felpatura focosa e funkettosa di “Underneath my bed”, le scosse elettriche di “Moonshine” (bellissimo il break in “crescendo” …) e dell’accattivante “I wanna know”, mentre tocca alla melodrammatica "Leave me blind” e al vellutato psych-blues “Believer” svelare il lato malinconico e spirituale del gruppo, con un Nick Van Delft particolarmente a suo agio pure in questo specifico ambito interpretativo.
Qualora, infine, siate tra quei rockofili che anche dalle cover sanno trarre indicazioni utili a determinare il valore di una formazione musicale, sono certo che il modo in cui i teutonici trattano “Cortez the killer” di Neil Young ve li farà apprezzare ulteriormente, constatando le doti innate di chi conosce bene il significato dei termini devozione, ispirazione e sensibilità.
This original stereo recording should be enjoyed at maximum volume”, recita la “vezzosa” scritta sulla bizzarra copertina del disco … accettate ”l’originale” suggerimento e godrete di un suggestivo tuffo nei seventies, il quale, magari, vi farà venire contemporaneamente la voglia di rispolverare qualcuno dei suoi veri protagonisti … nel caso, un altro merito da ascrivere agli Zodiac e a tutti quelli che, come loro, stanno dando prova di saper rivisitare con la necessaria autenticità e vocazione un’epoca leggendaria e, ahimè, nonostante gli sforzi, fatalmente irripetibile.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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