Non avevo mai sentito nulla degli
ArtemisiA, se non averli letti in diverse news e comunicati stampa, nè ovviamente avevo avuto modo di ascoltare il loro disco del 2010 "
Gocce di Assenzio" che tanto bene a quanto pare era stato accolto dagli addetti ai lavori.
Essendomi stati presentati come combo gothic dark non ero propriamente entusiasta di curarne la recensione, avendone le tasche piene di tizie lamentose che pensano più al look che alla musica, ma per fortuna l'indicazione che mi era stata fornita era quanto di più lontano dalla realtà ci potesse essere, dato che il quartetto goriziano è tutt'altro che moscio e lamentoso, dedicandosi piuttosto ad un rock metal con venature doom/stoner, in ogni caso sempre bello d'impatto ed incazzoso.
La vocalist
Anna Ballarin è molto lontana, grazie al cielo, allo standard femminile metal di oggigiorno, probabilmente perchè nella sua estrazione e background di metal non c'è proprio nulla: molto piena e carismatica, nonchè "maschile", contribuisce non poco all'interesse suscitato in ogni caso da brani sempre piuttosto validi, sebbene l'uso della lingua italiana, più che altro nella metrica ma anche nel suono, limiti leggermente il risultato finale, peraltro confinandolo inesorabilmente nel nostro territorio.
Un altro punto non diciamo a sfavore ma quantomeno controverso ma sicuramente spiazzante è l'estrema variegatura dei brani: si passa senza colpo ferire a brani praticamente metal, ad altri classicamente rock italiano, senza dimenticare momenti prettamente doom (forse i migliori) ed a tinte progressive e dark, insomma se si ascoltasse un solo brano del disco si rischierebbe di etichettare gli ArtemisiA nel genere che si è andati a pescare.
Terminati questi problemucci, non si può che parlare di un disco assolutamente positivo ed interessante fin dal primo ascolto, ben suonato e sufficientemente ben prodotto e, cosa più importante, discretamente di personalità e carisma, senza dover risultare la copia della copia della copia del gruppo famoso, il che è uno dei risultati migliori ottenuti dagli ArtemisiA, che dimostrano di avere una loro identità precisa e di non essere delle pedisseque imitazioni di qualche band sfigata di successo.
Buonissima e cattiva l'opener "
La Strega di Port Alba", dall'irresistibile refrain, la delicata ed ipnotica "
Insana Apatia" dal forte mood metal ottantiano, "
Nel Dipinto" e "
Vanità" e specialmente la conclusiva "
Presenza" sono gli episodi meglio riusciti di "
Stati Alterati di Coscienza", mentre le sole "
Il Bivio" e "
Corpi di Pietra" deludono un po' ma in definitiva possiamo tranquillamente parlare di un disco assolutamente positivo, specialmente di un gruppo che ha seriamente qualcosa di proprio da dire e da proporre, senza limitarsi a suonare senz'anima e voglia roba di qualcun altro.
Promossi alla grande, sperando che i testi in italiano per la massa bovina siano un quid in più da studiare ed apprezzare piuttosto che una limitazione.
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