In questo 2013 carico di comeback e ritorni sulle scene, anche i californiani
Suicidal Tendecies sempre guidati dal tarantolato Mike Muir interrompono un silenzio durato ben tredici anni con questo nuovo
"13", un disco all'interno del quale è possibile ritrovare alcuni degli elementi tipici dei ST, arricchiti però da un gusto funkeggiante che rimanda più agli Infectious Grooves (non a caso il batterista Eric Moore ed il chitarrista Dean Pleasants ne fanno parte). Qualsiasi paragone con dischi come "Join The Army", "Lights, Camera, Revolution" o "How Will I Laugh Tomorrow.." sarebbe azzardato e fuori luogo, oltre che demolire questo nuovo "13", che in effetti non brilla come un album particolarmente ispirato: nonostante un buon inizio con canzoni quali "Shake It Out", "Smash It", "This Ain't A Celebration" o la semi ballata "God Only Knows Who I Am", il disco perde ben presto mordente a cuasa di brani non eccelsi o perfino trascinati più del dovuto ("Make Your Stand (With Conviction)", "Slam City", "Till My Last Breath"). Le prestazioni strumentali dei vari componenti infatti non bastano a risollevare questo "13", in cui persino le parti più funkeggianti stentano a far muovere il culo all'ascoltatore e non giustificano purtroppo un'attesa durata più di dieci anni. I fan però non si scoraggino: chi ha avuto la fortuna di vedere all'opera i Suicidal Tendencies (tra i quali il sottoscritto) può testimoniare come dal vivo la band abbia ancora moltissime frecce al suo arco e sappia ancora mettere in piedi spettacoli carichi di adrenalina e groove. Se questo disco è quindi il pretesto per avere ancora i californiani in tour, ben venga, a patto che i ST inseriscano in scaletta il minimo indispensabile di estratti da questo "13".
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