Talvolta, osservando qualche particolare relativamente poco significativo, si possono trarre deduzioni interessanti e sensate. Ad esempio, i titoli dei brani di questo lavoro degli
East of the Wall, formazione del New Jersey, parlano di frattali, artefatti, senescenza, problem-solving, facendo prevedere qualcosa di complesso, intricato, adulto e, se vogliamo, perfino matematico.
Math-metal, infatti, è ciò che propone il quintetto americano, giunto al quarto capitolo della sua discografia. Non un lavoro strumentale, però, anche se le architetture sonore sono sicuramente il fondamento di tutto il disco.
Pur avendo perso per strada due elementi importanti come il bassista Brett Bamberger e il chitarrista Kevin Conway, la band non ha accusato il colpo. Anzi, le tracce sono ardite e coese più che mai, come dimostra la solidità irruente di “I’m always fighting drago” o “Excessive convulsive”, mentre i momenti più ariosi ed atmosferici appaiono particolarmente curati, vedi l’estesa “Noir filter” che chiude l’album con i suoi dieci magnifici minuti di intensa liricità.
Giusto per inquadrare il discorso, potremmo parlare di una sorta di primi Mastodon con tracce di heavy prog di ultima generazione. Ma come si sarà capito, siamo di fronte ad una di quelle formazioni poco etichettabili e da approfondire con la dovuta pazienza. Se vi piace il metal cerebrale ma non troppo, molto articolato, tecnicamente corposo, aggressivo e poderoso, è un’uscita che fa per voi.
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