Gruppo strumentale di Charlotte, North Carolina, i
From Oceans to Autumn devono il loro nome alla posizione geografica posta tra la vastità del mare e l’imponenza delle montagne all’orizzonte, perlomeno stando all’interpretazione del chitarrista e fondatore Brandon Helms.
Non a caso questa “spazialità” fisica è il tema portante della musica di questo terzo full-lenght, pubblicato per la Argonauta Records. Atmosfere dilatate, ventose, talvolta quasi liquide, che evocano scenari infiniti e solitari, dove l’uomo è costretto a confrontarsi con la propria mortale natura. L’intreccio è fornito da un semplice trio chitarra/basso/batteria, con l’aggiunta di effetti dai toni lirici, poetici, che possono lontanamente ricordare i Pink Floyd e molto più concretamente gli Isis.
Il grande limite del disco è che le tracce sono assai simili l’una all’altra, così da perdere parecchia efficacia con lo scorrere dei minuti. Sembra quasi che la formazione possieda soltanto una soluzione, uno schema, per quanto piacevole, e lo utilizzi costantemente senza cercare variazioni sul tema. A parte un paio di brevi intermezzi ambientali, che non mutano il discorso.
E’ un post-rock dai tratti delicati, con momenti di effervescenza ritmica, ma alla lunga eccessivamente statico e ripetitivo. Per il momento siamo ancora lontani dal livello dei migliori interpreti del genere, ma la sensazione è che esistano margini di crescita.
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