Per carità, per carità di dio! Ma davvero nel 2014 siete ancora attratti da voci sussurrate e filtrate su basi metal oscure e forzatamente "dark"? Ma davvero ancora vi colpiscono quelle sonorità a cavallo tra "Wildhoney" dei Tiamat e "Amok" dei Sentenced? Ma davvero davvero, i Tristania e i My Dying Bride sopravvivono in voi? Ma và, io pensavo fossero una cosa come il grunge...
Vabbé. Gli italianissimi
Inner Shrine perdono uno dei due "soci" fondatori, ossia Leonardo Moretti, e il superstite
Luca Liotti si riscrive la line-up, per poi dare alle stampe il summenzionato "
Pulsar". Ora, non vorrei che la mia introduzione vi avesse sviato; lì, davo libero sfogo alle mie PERSONALISSIME opinioni, ma d'altronde faccio il recensore, mica dispenso la verità eterna! Per quella rivolgersi ai vari Gesù, Buddha, Maometto, Goku, Peppa Pig.
Tornando a bomba, "
Pulsar" è un concentrato sonoro di qualcosa a cavallo tra il gothic e il doom, con un'attenzione maniacale per i filtri vocali, che fanno tanto "mefistofelico", e per le atmosfere cupe e decadenti, il tutto condito da accelerazioni repentine ed improvvisi cambi di atmosfera, che dovrebbero farti esclamare ad alta voce: "Ohibò!". I brani, ahinoi, si assomigliano tutti in maniera preoccupante, e lasciano alla fine della fiera la sensazione di avere ascoltato 52 minuti di control c e control v. So benissimo che queste mie parole mi attireranno le ire dell'italico combo, verso il quale non ho il minimo rancore, essendomi assolutamente sconosciuti (se non di fama). E hai voglia di raccontarmi di un "interessante concept sulla fine del mondo, il mutamento e l'evoluzione" (scoperto su wiki) se poi non mi mandi una riga di testo, e le parti "cantate" sono indecifrabili! Ma, onestamente, a me "Pulsar" ha dato proprio quella sensazione lì. Se doveste chiedermi quale brano mi ha colpito particolarmente, farei fatica a ricordarne uno che riesca a distinguersi dalla massa. Sarò io che sono invecchiato e ho l'orecchio troppo smaliziato, sarà che di musica simile ne ho sentita talmente tanta negli anni '90 che considero il genere saturato e morto da tempo, ma a me questo album non convince proprio.
In alto comunque il vessillo delle bands italiche, andate tutti ad acquistare "Pulsar" degli Inner Shrine, ascoltatelo, graditelo e poi tornate qui ad infamarmi. Con cognizione di causa, però, eh. Occhio che vi sgamo.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?