Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2004
Durata:45 min.
Etichetta:Regain
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE HANGMAN OF PRAGUE
  2. THRONE OF RATS
  3. SEVEN ANGELS,SEVEN TRUMPETS
  4. LIFE`S EMBLEM
  5. STEEL INFERNO
  6. PERISH IN FLAMES
  7. HOLY BLOOD,HOLY GRAIL
  8. WARSCHAU
  9. DEATHMARCH
  10. EVERYTHING BLEEDS
  11. BLUTRACHE

Line up

  • Rikard Kalm: bass
  • Morgan Steinmeyer Håkansson: guitar
  • Emil Dragutinovic: drums
  • Mortuus: vocals

Voto medio utenti

A volte ritornano. E questa volta i Marduk tornano con un disco molto buono, convincente e a tratti molto più vicino alla produzione dei primi anni di vita della band. Plague Angel è figlio dello split di War e Legion ovvero basso e voce della vecchia formazione, due assenze che non portavano certo ad essere ottimisti riguardo la nuova uscita del quartetto svedese; al loro posto sono arrivati Rikard Kalm, bassiata presente nella prima incarnazione dei Marduk, e Mortuus che meglio non poteva fare davvero, risultando uno degli elementi più piacevoli sul nuovo disco. Il precedente album World Funeral non era riuscito a risollevare più di tanto le quotazioni di una band che sembrava ormai arenata e prossima al declino; questo Plague Angel invece ci restituisce una band con una carica impressionante, determinata e forte di una prestazione maiuscola di Morgan, chitarra e membro fondatore, sia sotto l'aspetto compositivo che sotto quello esecutivo; una band che non ha voglia di sperimentare, che offre 11 tracce di black metal come ai bei vecchi tempi. Produzione adeguatissima alla proposta con un taglio molto grezzo, ma che rende comunque giustizia alla prestazione dei singoli e al risultato finale, prova maiuscola di Mortuus e di Morgan, canzoni di alto livello, varie e ben assortite, copertina molto bella e tematiche rimangono a metà strada tra guerra e dannazione. Certo, forse la magia dei primi album è ormai perduta, ed è anche normale che sia così, però quello che piace di questo disco è la voglia di tornare a suonare black metal come si deve, con passione, grinta e personalità; mi viene in mente la traccia numero 4 come simbolo del nuovo corso intrapreso dai nostri,"Life's Emblem", in cui ci sono accelerazioni, stop 'n go, riff ottimi e un Mortuus che al microfono offre una prova superlativa riuscendo in alcuni momenti a rievocare la prestazione di Attila sullo storico "De Mysteriis Dom Sathanas". Merita una menzione a parte la marcia militare - rigorosamente strumentale - posta sulla nona traccia, "Deathmarch", che inquadra in pieno le tematiche belliche della band. Onore ai redivivi Marduk e alla loro ritrovata linfa vitale.
Recensione a cura di Alessio 'Slayer' Noè
Gran disco

e pensare che i puristi del "true grim black metal" sostengono che non sia un album degno! questo è puro fottuto armageddon da una band che ha ritrovato una vena compositiva notevole. Gran lavoro di chitarra e batteria e Mortuus che dietro al microfono è un mostro. Consigliatissimo!

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