Mi spiace stroncare dischetti come questi, ma purtroppo qualche volta capita. Gli Hekate, band che comunque è nel giro da una decina d'anni, hanno dato vita ad un album ove il contrasto tra le ottime musiche e le pessime voci è elevatissimo. Musicalmente parlando, il Neo Folk presentato dalla band tedesca è veramente per costruito, ricco di elementi caratteristici (chitarre acustiche, flauti, tamburelli, percussioni e via discorrendo), di ottima personalità (interessanti le infiltrazioni dal sapore lievemente elettronico, vedi 'Dance Of Taurus'), belle melodie e di fortissimi richiami evocativi/esoterici alla Storia ed alla Natura, ma totalmente da rivedere rimangono le voci, sia quella femminile di Susanne Grosche, tutt'altro che vellutata ed aggraziata (la voce c'è, e si sente, ma come viene utilizzata, beh è un altro paio di maniche) che in parte quella maschile di Axel Menz, che comunque riesce a salvarsi nelle occasioni più dure, rimanendo in difficoltà solo nelle parti più pulite (basti ascoltare 'Moritori e Salutant', ove il parlato duro e marziale si apre in un chorus urlato e filtrato, per capire come gli Hekate possano fare molto meglio della media generale del platter). Un album dal songwriting buono e dalle linee vocali/interpretazioni molto meno.
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