Gran bel ritorno da parte dei
Silent Force, autori di un disco che ce li presenta in una veste più personale di quanto aveva fatto il precedente "Infatuator" (del 2001), dove affianco di sonorità sia Hard Rock sia appartenenti alla sfera neoclassica, erano evidenti ed ingombranti le influenze priestiane, o quantomeno quelle dei Primal Fear (noti apostoli del verbo dei Judas Priest) dove in passato aveva militato proprio il chitarrista Alex Beyrodt. Quest'ultimo ha sicuramente molti meriti nella riuscita di "Worlds Apart", con una buona prestazione, anche se talvolta sfora nell'evitabile, cimentandosi in alcune citazioni (vedi quella all'Inno della Gioia su "Death Comes In Disguise").
Tuttavia la vera stella del disco è DC Cooper, che si conferma grande interprete (adoro la sua prova su "Kill The King", presente nel concept "Once And Future King" di Gary Hughes), e qui autore di una performance di vero spessore, superiore a quanto fatto sinora, dai tempi dei Royal Hunt e poi nella sua carriera solista, comprese le diverse partecipazioni al suo attivo. Cooper riesce a meritarsi ogni lode possibile per la sue capacità espressive ed interpretative, senza cercare mai di strafare o di fare la prima donna, soprattutto sempre in grado di azzeccare la giusta melodia.
Ed è proprio l'insistenza su questo aspetto, la maggior novità presente su "Worlds Apart", anche se non mancano di certo quei brani maggiormente legati al passato del gruppo, come "Death Comes In Disguise" (che ricorda i "vecchi" Royal Hunt) e le spedite "Iron Hand" (dal chorus alla Stratovarius) ed "Heart Attack".
Ma ci sono canzoni che si fanno preferire per altri aspetti, come una "No One Lives Forever" dalle ottime linee melodiche e dal taglio accattivante oppure "Hold On", meno catchy ma molto ariosa, merito dei cori, quasi AOR, e della prestazione di Torsten Röhre alle tastiere. Le più brillanti e vivaci "Once Again" e la titletrack, ma anche "Master Of My Destiny", dall'atmosfera fortemente neoclassica e dove si fa sentire prepotentemente la chitarra di Beyrodt, confermano il buon momento dei Silent Force, che sembrano aver trovato una propria identità. I Silent Force dedicano "Heroes" a tutti i pompieri di New York che rischiarono la vita in quell'ormai tristemente noto, 11 Settembre. Un momento dai toni drammatici, con passaggi ritmici di spessore ed una superba interpretazione di Cooper, ed anche qui si rievoca non poco il suo passato nei Royal Hunt. Troviamo nuovamente dei neoclassicismi su "Merry Minstrel", mentre è ovviamente inevitabile il seguente pezzo lento, "Spread Your Wings", certo ben interpretato e suadente, con tanto di piano, ma che merita una segnalazione più che altro per la simpatica partecipazione, nella parte iniziale, del figlioletto di Cooper.
La produzione è perfetta, calda e nitida, curata da Dennis Ward, che riesce a far risaltare l'impegno profuso dal gruppo. Mi auguro continuino su questa strada.
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