Trio italiano, già nei Thee Maldoror Kollective, gli
Shabda sono un gruppo di musica sperimentale. Indù-drone, se mi concedete questa stramba definizione. Infatti, il sound è trance-ambient a base di sitar e atmosfere narco-meditative.
Le voci compaiono soltanto per qualche accenno mantrico, tutto il resto è strumentale: oltre alla tipica chitarra indiana, troviamo percussioni varie, synth, qualche scampolo di noise elettrico.
Come sempre in questi casi, resto perplesso dalla difficoltà di capire il confine tra estremismo sonoro, originalità e stravaganza fine a sé stessa. Ma la sensazione dominante, a livello personale, è la noia.
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