L'ho già detto e lo ripeto: rassegnatevi, il djent ormai è e va sdoganato come genere, come NUOVO genere da includere nelle diecimila sfaccettature del metal. Un genere moderno, che affonda le proprie radici nel nu-metal di fine/inizio millennio e si mischia al prog, allargando i manici di chitarre e bassi, aggiungendo corde e infilandoci spesso e volentieri della gran elettronica.
Perchè questa doverosa premessa? Semplicemente per far presente che, nell'Olimpo del genere (che per ora annovera poche, selezionate divinità) potranno presto tranquillamente bussare anche i
Circles, band australiana al primo all'album all'attivo.
E dire che è sufficiente un ascolto a questo "
Infinitas" per trovarsi davanti un disco che tutto sembra meno che un album d'esordio: produzione cristallina, songwriting maturo e mai banale, tecnica spaventosa e gran voce, insomma tutto il possibile per un album coi controcazzi.
E infatti "Infinitas" è né più né meno che questo, un album coi controcazzi, a partire dalla prima "
Erased", addirittura il brano migliore del lotto, lampante esempio di tutte le potenzialità del djent all'interno del panorama musicale e vero e proprio manifesto sia del genere che della musica dei Circles: chitarroni ribassati, giri di basso intricati e intriganti, voce clean dall'ottimo range e dal piacevolissimo timbro, un pizzico di elettronica.
Elettronica che, peraltro, sfora quasi nel dubstep in più di un brano, dalla tiratissima parte finale di "
So It Is Below" a "
Ground Shift", passando per "
Another Me", l'impronta delle tastiere è significativa e contribuisce a caratterizzare un sound dannatamente fresco e moderno.
Si era parlato di Olimpo del genere..come non citare quindi fenomeni mondiali quali sono ormai diventati TesseracT e Protest the Hero? E proprio questi ultimi vengono "citati" su "
On My Way", che più delle altre ricorda la band canadese, mentre gli inglesi vengono tirati in ballo negli episodi più prog-oriented.
Ma in tutto questo non vanno dimenticate divagazioni nel passato: "
The Signal" sembra tirata fuori a forza da "Avalon" di Sully Erna, mentre "
Radiant", in particolare per le linee vocali e per alcune soluzioni chitarristiche, richiama con forza i Killswitch Engage.
Note negative? Non pervenute, se non che sicuramente non è un album per tutti. I più radicali e gli affezionati al caro e vecchio heavy metal difficilmente apprezzeranno un disco come "Infinitas", pur nella sua indubbia bontà, perchè eccessivamente votato alla novità e proiettato al futuro.
Insomma se siete interessati al cambiamento e intrigati dalla novità, dalla sperimentazione e non siete impauriti da soluzioni alternative e al limite, "
Infinitas" dei
Circles è l'album che fa per voi ed è senza dubbio, per il genere che rappresenta, un album da annoverare tra le migliori uscite dell'anno. Altrimenti..beh altrimenti c'è sempre l'osannatissimo ultimo dei Black Sabbath.
Quoth the Raven, Nevermore..
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