Nati qualche anno fa come un progetto solista di Joel Potash, dopo aver realizzato piuttosto velocemente tre demo CD, i
Primeval Realm si sono evoluti in una vera band, lungo un percorso che li ha portati sino al
deal con la Pure Steel e alla realizzazione della loro prima fatica sulla lunga distanza.
Che il fulcro del gruppo sia sempre il già citato Joe Potash, è evidente dal ruolo di rilievo che si ritaglia la sua chitarra sin dalle prime note del breve intro cui è assegnato anche il compito di dare il titolo all'album.
La successiva "Black Flames & Shadows", nei suoi otto minuti abbondanti di durata, mette subito ben in chiaro (beh... sarebbe il caso di dire
in scuro) quelle che sono le linee guida di "Primordial Light": una marcata propensione al Doom Metal.
"Electric Knowledge" e "Heavy Is This Mind" si rivelano brani un po' meno opprimenti (non sono comunque gioiosi o solari) che possono essere accostati a Black Sabbath, Solitude Aeturnus o Trouble, ed evidenziano anche le non indifferenti capacità canore e interpretative di Potash.
Dal suono pachidermico e paludoso dei Primeval Realm si fanno notare i due pezzi dalla maggiore personalità, l'ottima "Galaxy Lifter" con le sue larghe scorribande strumentali con tanto di Hammond e sonorità seventies che non stonano affatto nel contesto, e la conclusiva, seppur meno distintiva "Primordial Light... Departure", dove oltre al flauto è scopriamo un feeling easy che stacca da quanto sentito sino a questo momento.
Un discreto esordio che ha tutto per catturare le attenzioni di chi apprezza questo specifico filone musicale.
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?