Pinnella, al secolo il tastierista dei Symphony X, inaugura la sua carriera solista partorendo un disco, che come spesso capita ai tastieristi delle band prog metal, si discosta dal sound proposto dal gruppo di appartenenza. Come sempre in questi casi, l'opera solista diventa un'occasione per tributare influenze e maestri del giusto riconoscimento, e pertanto Pinnella si prodiga in intrecci di matrice classica e della grande corrente prog rock (Emerson e Wakeman su tutti). Indubbiamente il proprio talento il nostro lo ha mostrato negli album dei Symphony X pertanto qui si diletta nel suonare solo ciò che più lo aggrada, ma sfortunatamente abbandona l'ascoltatore non ricercando una qualità e una complessità che lavori come questi richiederebbero come prerogativa. Sembra quasi di assistere ad una piccola esercitazione di stile, in cui si passa da momenti in stile colonna sonora, a citazione classiche (sempre appenna accennate) senza lasciare mai il segno. Aggiungiamoci una produzione bislacca - è necessario utilizzare una batteria campionata di così pessima fattura? - e un'omogeneità che presto suscita noia e dell'album purtroppo rimane ben poco da salvare. Ovviamente il disco piacerà ai cultori delle tastiere, perchè le qualità tecnico-compositive di Pinnella sono ben oltre il normale, ma tutti gli altri, fan dei Symphony X inclusi, evitino questo proto album.
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