I
Difleger arrivano da Minsk, Bielorussia, e sono al loro secondo lavoro.
"Dreamcatcher", autoprodotto l'anno scorso, ci viene proposto adesso dalla Argonauta records che offre, dunque, una possibilità all'eclettico
Anton Yeroma, mente unica del progetto.
Diciamo subito che la casa discografica ha investito su un artista interessante.
I brani contenuti in questo disco costituiscono un mosaico fatto di esplosioni post-metal, in cui distorsione e nervosismo strumentale diventano protagonisti, ed interludi ambient dal sapore vagamente spirituale e meditativo. Una proposta quella dei
Difleger che, pur non essendo particolarmente originale, risulta essere ben strutturata ed in grado, per tanto, di avvolgere l'ascoltatore con le sue melodie disperate, oscure e soffocanti,
"Dreamcatcher" è un album duro, violento e dall'atmosfera asfissiante che viene esaltata, paradossalmente, dai momenti più riflessivi ai quali accennavo prima e che stridono fortemente con la carica di rabbia che il signor Yeroma esprime con le sua urla disperate e con i devastanti intrecci delle sei corde.
Immaginate gruppi come gli
AmenrA o
Cult of Luna che decidano di duettare con gente come
Lustmord o
Sephiroth ed avrete una visione di insieme di come possa suonare un disco come questo. Aggiungete una vena sludge/doom molto marcata e capirete il vortice di nero nel quale sarete sprofondati nell'approcciare questo lavoro.
Con la notte, il silenzio e la solitudine,
"Dreamcatcher" vi aiuterà senz'altro a sentirvi inutili.
Una bella scoperta.
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