Stabilire quello che gli
Omega Diatribe, metal band ungherese capitanata dal chitarrista
Gergő Hájer, portano alle orecchie non è di certo cosa facile. Una musica claustrofobica, pesante, soffocante ed allo stesso tempo tecnica. C'è del groove, del death, forse del core, sicuramente del djent, una mistura di generi non indifferente, all'interno dell'esperimento del gruppo proveniente da Budapest. Un fatto è basilare, ovvero il debito degli
Omega Diatribe verso i
Meshuggah, punto di riferimento per coloro che vogliono affrontare questo tipo di metal, lo stesso proposto dal quintetto ungherese in questo disco d'esordio Iapetus. Un genere particolare, non adatto ai deboli di cuore e alle orecchie del metallaro di stampo classico, in cui la tecnica si fonde col sound primitivo, ruvido e possente portato dalle distorsioni pesanti prodotto dalla chitarre solitamente a sette od otto corde (accordate usualmente a semitoni bassi), incastonate in complesse strutture poliritmiche. L'armonia e la melodia non fanno certo parte della musica portata dagli
Omega Diatribe, si abita perlopiù in ambienti gelidi, in spazi asettici, in forme irreali. Tutto questo impianto musicale è già presente in
Molecular Torsion, opening-track di
Iapetus, che si apre con un suono lacrimoso che esce dalle chitarre per poi sfociare in una canzone violenta guidata dall'urlo del vocalist
Gergely Komáromi. Niente ricami, niente fronzoli, solo pura e dispotica aggressione. Con
Lunar Reliquit la band continua nell'opera imperiosa, tentando di colonizzare l'ascoltatore, non solo in termini di ascolto, ma anche di stato d'animo. Gli spazi si restringono ancora con
Three Mystic Apes dove motivi reiterativi stressano l'infausto spettatore che assiste alla tragedia musicale pianificata dagli
Omega Diatribe. Con
Unshadowed Days la sindrome del soffocamento si instaura nella persona ed
Eon of Decay stringe il cappio dell'assopimento uditivo; fino a questo momento nessuna pausa ristoratrice.
Forty Minutes strizza l'occhio maggiormente al groove e al core rispetto alle tracce precedenti, mentre
Everlasting Connection si riallaccia al Colosso meshuggiano svedese. Con
Stenosis gli
Omega Diatribe variano leggermente registro protraendo asfissianti lamenti instaurati dai musicisti, invece, nella successiva
Visual Streaming, il passo zoppicante della poliritmia è sempre in agguato creando schemi incerti che comprimono la testa dell'ascoltatore, scortandolo sino alla chiusura di
Iapetus con
Runcation dove, una volta che il silenzio è sopraggiunto, si scopre che esso è veramente un dono divino.
Veramente un bel debutto per gli
Omega Diatribe, ovviamente non si tratta di una release adatta a tutti, gli amanti del genere meshuggiano troveranno comunque una bella sorpresa nella musica proposta da questi agguerriti ungheresi.
Molecular Torsion (guitar playthrough)
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