Attendevo con molta curiosità "
Shine", il primo album di
Anette Olzon dopo le tante, troppe chiacchiere che hanno avvolto la sua separazione, o per meglio dire cacciata, dai
Nightwish di
Tuomas Holopainen in luogo della vichingona
Floor Jansen, prossima vittima sacrificale della ormai multinazionale finlandese...
Curiosità dovuta alla direzione musicale intrapresa da Anette ed anche alla qualità dei brani che avrebbe scritto ed intepretato e devo ammettere che, sebbene io abbia una evidente stima per lei, questo "Shine" è andato nettamente al di sopra delle mie aspettative, e lo dico da "giornalista" non da fan.
Innanzitutto chiariamo il primo equivoco, causato da una "stampa" sempre più disattenta e, ahimè, incompetente: "Shine" non è un disco gothic, nè dark, nè metal, quindi diffidate da chi vuole raccontarvi queste baggianate.
Qui parliamo di un disco pop, un disco pop di matrice assai drammatica come sonorità ed incedere, quindi non confondiamoci con gruppi da Top of the Pops o cose del genere. Le chitarre sono talvolta presenti talvolta no, mai comunque prepotenti o dominanti, ma quel che più conta è che i brani che lo compongono siano tutti di ottima fattura e tutti di una certa "importanza", insomma niente canzoncine da classifica (capito,
Anneke?) e tutte composizioni mature, adulte, impegnate.
Quaranta minuti all'insegna della delicatezza, con la voce di Anette sugli scudi, senza dubbio più a suo agio in questa veste che in quella forzatamente più aggressiva e metal dell'universo Nightwish perchè, per quanto se ne possa dire e per quanto io abbia apprezzato e continui a farlo dischi come
Dark Passion Play, Anette non è una cantante metal.
Stranamente l'apertura del disco è affidata al brano più particolare ed impegnativo, "
Like a Show Inside My Head", quasi ipnotico nel suo incedere ripetitivo, mentre i brani più ariosi ed aperti arrivano poco dopo con l'ottima title track, che inizia a mostrare i (piccoli) muscoli con le prime apparizioni di chitarra distorta, il singolo "
Lies" veramente meraviglioso a partire dal video che vedete in calce a questa recensione, l'epica "
Falling" (probabilmente il brano più riuscito del lotto) e "
Moving Away" che dall'arpeggio iniziale nei primi secondi possiamo confondere con un brano dei Bathory era "
Twilight of the Gods". Almeno io quando vado a correre e lo sento iniziare, penso che arrivi "
Under the Runes"...
Insieme a quest'ultima, da segnalare anche i momenti di "
Floating", che richiama alla mente qualcosa del pop elettronico anni '80 e con una nenia davvero particolare, "
Hear Me" con un crescendo da colonna sonora e la bellissima ballad "
Watching Me from Afar" che mette i brividi addosso.
Avrà passato un pessimo periodo, si sarà esaurita, sarà invecchiata fisicamente di 15 anni, avrà preso più di 10 kg, per carità tutto vero, ma da questo "
Shine" risorge e (ri)scopriamo una grandissima cantante e, perchè no, una grande artista dato che buona parte di questi pezzi è stata scritta anche da lei.
"
Shine" è davvero un disco di una grazia e di un'eleganza rare, non metal, ma cantato divinamente e pieno di dolcezza.
Il che è tanta roba. Congratulazioni Anette e in bocca al lupo per tutto.