Copertina 8

Info

Anno di uscita:2004
Durata:46 min.
Etichetta:InsideOut Music
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. DAY OF THE DEAD
  2. ALPHA BURST
  3. GOD OF WAR
  4. EL FLAMINGO SUAVE
  5. GOIN' TO CHURCH
  6. ONE WAY OR THE OTHER
  7. TROJAN HORSE
  8. A VIEW FROM THE SKY
  9. THE RIVER SONG

Line up

  • Derek Sherinian: keyboards
  • Zakk Wylde: guitars
  • Steve Stevens: guitars
  • Allan Holdsworth: guitars
  • John Sykes: guitars
  • Steve Lukather: guitars
  • Simon Philipps: drums
  • Marco Mendoza: bass
  • Rufus Philpot: bass
  • Jerry Goodman: violin
  • Brian Tichy: drums

Voto medio utenti

Tra i vari tastieristi che si sono succeduti nella line-up dei Dream Theater è difficile dire quale sia stato il più bravo, ma sul nome del meno fortunato non si possono nutrire grossi dubbi: la permanenza di Derek Sherinian nella band new yorkese fu decisamente breve, e coincise col periodo più difficile della carriera della band statunitense, complice lo scarso successo di “Falling Into Infinity”. Non che si potessero imputare particolari colpe al buon Derek, se non quella di essere forse troppo distante caratterialmente dal resto della band. In ogni caso questa agrodolce esperienza permise alla carriera di Derek di decollare, dando la possibilità al talentuoso tastierista di origini greche di prendere parte a numerosi progetti di prestigio (si pensi ai Planet X, ai Platypus, alle collaborazioni con Malmsteen e Billy Idol) e di registrare diversi dischi solisti. Questo “Mythology” è il quarto tassello della carriera di Derek, ed è sufficiente leggere i nomi dei musicisti coinvolti in questo album per rendersi conto dell'incredibile potenziale che Derek aveva tra le mani. Spesso questi progetti finiscono col rivelarsi delle mezze delusioni, perché non è facile far convivere le personalità di musicisti così diversi tra di loro (basti pensare alla prima track, “Day of the Dead”, in cui suonano Zakk Wylde e Allan Holdsworth), ma in questo caso il risultato è davvero sconvolgente. Derek ci regala dieci gemme di Progressive Metal strumentale, tanto varie tra di loro da rendere il disco piacevole anche all'orecchio dell'ascoltatore medio, solitamente disorientato da progetti di questo tipo. In “Alpha Burst” e “God of War” vengono privilegiate sonorità più acide, rese splendidamente nei duetti di Derek con Steve Stevens e John Sykes; le sonorità acustiche di “El Flamingo Suave” esprimono un lato sconosciuto del bagaglio musicale di Sherinian, in cui spicca il lavoro di Marco Mendoza al basso e lo splendido assolo di Stevens. In “Goin' To Church” si apprezza invece l'eccellente gusto melodico di Steve Lukather, mentre in “One Way or The Other” Derek torna a duettare col violino di Jerry Goodman (già presente nei precedenti “Inertia” e “Black Utopia”); “Trojan Horse” è invece il pezzo più aggressivo e tirato del lotto, tocca poi alla delicata psichedelia di Steve Stevens in “A View From the Sky” e alla conclusiva “The River Song”, dal mood decisamente bluesy, con un'inedita presenza di Zakk Wylde dietro al microfono. Il caso ha voluto che i progetti solisti di Sherinian, Kevin Moore e Jordan Rudess uscissero quasi in contemporanea: quello di Derek è probabilmente il più riuscito, un acquisto obbligato per tutti i fan del Prog strumentale.
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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