Copertina 9

Info

Anno di uscita:2004
Durata:65 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. THE COURAGE TO LOVE SOMEBODY
  2. PARALLEL LINES
  3. BACK TO CAMELOT
  4. BORN TO BELIEVE IN YOU
  5. WHAT KIND OF FOOL
  6. MAN BEHIND THE MASK
  7. LIGHT FROM A DISTANT SHORE
  8. LETTER TO THE FUTURE
  9. THE DESTINY STONE
  10. SECOND HAND LIFE
  11. FALLING BACK TO THEN
  12. THE GIFT OF SONG

Line up

  • Toby Hitchcock: vocals
  • Jim Peterik: guitars, keyboards, vocals
  • Mike Aquino: guitars
  • Christian Cullen: keyboards
  • Clem Hayes: bass
  • Ed Breckenfeld: drums
  • Hillary Jones: drums
  • Thom Griffin: choirs

Voto medio utenti

Ci sono artisti che esauriscono la loro vena creativa nel giro di un paio d’album e ce ne sono altri che sembrano avere la capacità di dare vita a infinite meraviglie: Jim Peterik appartiene alla seconda categoria che purtroppo conta pochi, pochissimi, membri. Per i Survivor aveva scritto e suonato un incredibile numero di capolavori poi, senza un minimo accenno di stanchezza o di mancanza di ispirazione, aveva utilizzato il suo genio per i Mecca e co-scritto brani di enorme successo per Lynyrd Skynrd, Aerosmith, John Wetton, Cheap Trick, Uriah Heep, REO Speedwagon, 38 Special, Sammy Hagar… E dall’anno scorso ha creato i Pride Of Lions facendo debuttare la sua ultima scoperta Toby Hitchcock. Se il loro album di debutto è stato acclamato da critica e pubblico come uno dei migliori album AOR del 2003 (e non solo), il nuovo lavoro di Peterik e Hitchcock “The Destiny Stone” è addirittura superiore al suo predecessore. L’opener “The Courage To Love Somebody” presenta un Toby Hitchcock in ottima forma ed è fortemente debitrice di “Be Good To Yourself” dei Journey. La successiva “Parallel Lines”, potenziale hit, oltre ad avere un ritornello oltremodo efficace, si snoda tra melodie di tastiere anni ’80 e testimonia il sempreverde genio chitarristico di Peterik che regala al brano un gran bell’assolo. “Back to Camelot”, pomposa power ballad, è un capolavoro a livello di vocals e Hitchcock supera se stesso offrendo una ottima interpretazione che poggia su morbidi arrangiamenti orchestrali. Seguono l’energico up-tempo “Born To Believe In You” e il mezzo tempo “What Kind Of Fool”, a loro volta seguiti da “Man Behind The Mask”, brano che grazie alle tastiere e alla tonalità di voce di Hitchcock rende omaggio ai Toto di “Turn Back”. Dolcezza e sentimento sono le caratteristiche principali della ballad “Light From a Distant Shore” impossibile da dimenticare e impreziosita dai cori dei Thom Griffin, già all’opera con Peterik nei Mecca. Ripresa in velocità con “Letter To The Future”, vero e proprio trionfo di voci con Peterik e Hitchcock che dialogano tra loro creando efficaci contrasti e Griffin che interviene magistralmente nel chorus.
L’inconfondibile stile dei Pride Of Lions si manifesta appieno nella title track il cui intro di chitarra ricorda “Prideland”, dal loro debut album; fantastico l’assolo di chitarra acustica che viene ripreso nel finale. Ancora AOR anni ’80 con tanto di ritornello da manuale in “Second Hand Life”, struttura ripresa dalla successiva “Falling Back To Then” che, ancora una volta, echeggia di richiami ai Toto e possiede linee melodiche a dir poco geniali. Chiude “The Gift Of Song”, mid-tempo dal sapore quasi pop à la Michael Bolton, con un inciso stile Saranno Famosi e un finale con tanto di Hammond, insomma un brano estremamente vario.
Per ammissione dello stesso Peterik la filosofia dietro “The Destiny Stone” è “perché riparare qualcosa che funziona?”; e i POL non solo funzionano, ma sono ancora meglio rispetto un anno fa. Speriamo ripetano se stessi e pubblichino un album ancora meglio di questo!
Recensione a cura di Elena Mascaro

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