I
Cauldron Black Ram non sono esattamente quella che si definisce una band prolifica e neanche business oriented, infatti in ben diciotto anni di carriera hanno sfornato solo due album e il qui presente
“Stalagmire” è il terzo in ordine di apparizione. Dal punto di vista dell’appeal commerciale la band australiana non fa niente per farsi notare o per risultare “diversa” da tante altre, si limita semplicemente a suonare la sua commistione di black/death con forti sfumature sludge che spesso vanno a finire fino ai limiti del doom (
“A Litany Of Sailors Sin”). Detta così potrebbe sembrare una formula abbastanza appetitosa e neanche troppo fuori moda visto che ultimamente l’incrocio tra death e sludge sembra essere una via più cool al death/doom di inizi anni 90. Con il sound codificato da Anathema, My Dying Bride e Paradise Lost i nostri australiani non hanno niente a che fare in quanto il loro death metal risulta essere sempre molto semplice e lineare come in
“Maw” o parecchio datato come nell’opener
“Fork Through Pitch” o
“Discarded Death” dove ricordano dei
Morbid Angel d’annata. Il lato più “interessante” della proposta è probabilmente dato dalle linee di basso molto grasse e cariche che riescono a donare all’insieme quell’appeal polveroso, sudato e marcio che caratterizza tutto il sound , con in più una piccola vena caotica derivata da conterranei
Portal. Dal punto di vista ritmico invece siamo nella semplicità più pura e ciò permette all’album di scorrere via liscio e far sbattere la testa in qualche caso (
“Bats” ), ma alla fine dell’ascolto si passa facilmente e velocemente ad altro in quanto
“Stalagmire” non lascia poi molto. Buono e vario il lavoro a livello di vocals, visto che alla “voce” si alternano tutti e tre i componenti della band. Non avendo i testi sotto gli occhi non so se la band si cimenti ancora con liriche a sfondo piratesco come fatto nei precedenti due album (
“Skulduggery” debut del 2004 e
“Slubberdegullion” del 2010) ma un titolo come
“A Litany…” non dovrebbe lasciare molti dubbi. Se siete degli amanti di sonorità non proprio articolate e volete solo passare un’abbondante mezzoretta in compagnia di una band “simpatica” fatevi sotto, se invece pretendete anche qualcosa di più che del sano divertimento o dello schifoso sudore acido allora è meglio rivolgersi altrove. Assolutamente soprassedibili, ma comunque piacevoli all’ascolto e mai troppo fastidiosi. Scolaretti educati.
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