Ogni tanto, per verificare di non avere le orecchie felpate di prosciutto cotto, vado a leggermi le altre recensioni in giro, soprattutto all’estero (dove la capacità di giudizio solitamente è più libera da meccanismi che non sto a spiegarvi ma che potete immaginare), giusto per capire cosa ne pensano gli altri.
Il caso dei tedeschi Backwater è particolarmente emblematico: c’è chi li distrugge e chi, addirittura, bolla questo Take Extreme Forms come capolavoro epocale.
Bah, vi dirò, io propendo sicuramente per la prima versione: non ci siamo.
La proposta musicale del combo tedesco si concretizza in un classic metal sporcato di tinte moderne. La voce è rocciosa e possente, l’incedere dei brani denota un certo amore per l’epicità e la pomposità.
Detto così sembrerebbe in effetti un gran disco…ma già al secondo ascolto ecco ritrovare un’amica che fin troppo spesso ci viene a fare visita: LA NOIA.
Quando arriva lei, non c’è più niente da fare, è come l’ospite che ti si piazza in casa per giorni e giorni: vuoi liberartene ma non sai come agire.
Poi, per fortuna, arriva l’illuminazione: apri lo sportellino dello stereo e cambi CD.
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