“Claw tower” non è esattamente il nuovo ed atteso album dei doomsters Americani Orodruin, si tratta invece di una sorta di Ep rimpolpato da tutto il materiale d’archivio in possesso della Psychedoomelic. Un solo brano realmente inedito, alcune versioni alternative di canzoni già pubblicate e la riedizione dei primi tre demo della band, per un totale di un ora di musica.
Un misto certamente eterogeneo che pare perfino eccessivo per una formazione con pochi anni di attività alle spalle, ma il doom attraversa il suo miglior periodo da un’infinità di tempo a questa parte e piccole labels specializzate come quella Ungherese cercano di cavalcare l’onda facendo uscire più dischi possibile, perlomeno fino all’inevitabile saturazione del piccolo mercato del settore.
Comunque sia, va detto che il materiale degli Orodruin è di buon interesse per gli appassionati, perlomeno come valore collezionistico e pur con qualità altalenante. Molto valido il capitolo dedicato alla produzione recente che fotografa una band in crescita costante, solidamente attestata entro i confini del doom tradizionale, quello che parte da St.Vitus e Candlemass per giungere ad Internal Void, Iron Man, Voodooshock, Doomshine, ecc.
Gran rifferama oscuro dell’ottimo leader John Gallo e notevoli progressi interpretativi ed emozionali del singer Mike Puleo, la title-track inedita richiama qualcosa dei Pentagram e si rivela come una delle migliori canzoni scritte finora dal quartetto Statunitense. Bella anche la nuova versione rallentata e funerea di “Creation through death”, risalente al primo demo del 1999, mentre “Unspeakable truth” l’avevamo sentita non molto differente sull’album “Epicurean mass”. Piacevole sorpresa invece la cover “Stand up and fight”, presa dal rarissimo album dei Quartz, antica metal band primissimi anni ’80.
Il secondo capitolo dedicato ai demo è ovviamente più acerbo, utile però a scoprire le origini musicali del gruppo e ad interpretarne lo sviluppo. Interessante ad esempio notare che in principio il suono della band subiva la forte influenza della Nwobhm e del metal classico, mentre la deriva doomy era appena abbozzata. Malgrado all’epoca dell’esordio fossero appena maggiorenni, gli Orodruin esprimevano già buon talento mentre lasciavano parecchio a desiderare le parti vocali appannaggio di Gallo. Dall’ascolto appare evidente la positiva trasformazione che ha fatto seguito all’ingresso di un vocalist evocativo come Puleo. Ancora da segnalare la conclusiva “Deity of wrath”, nella quale Gallo suona tutti gli strumenti, prima stesura del brano che diventerà in seguito “Epicurean mass”, profondamente mutato nel suono e nei testi.
Senz’altro queste raccolte di rarità non sono indispensabili, ma i seguaci del doom penso gradiranno una panoramica pressochè completa sulla nascita e l’evoluzione di una formazione che oggi, insieme a Reverend Bizarre e pochi altri, rappresenta il gotha dell’espressione tradizionale di questo genere.
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