Quattro album, seppur uno dal vivo, in quattro anni sono un buon risultato, sinonimo anche di un forte apprezzamento per la proposta musicale di questa formazione norvegese, perlomeno dalle loro parti.
Un Punk
poco Rock e tanto Pop che gli
Oslo Ess ripropongono sull'ultimo capitolo della loro discografia, "Alle Hjerter Deler Seg", dove si barcameno tra canzoni che hanno dalla loro un pizzico di energia, come l'opener "Stormen" e "Brenn Byen Ned" con delle vaghe assonanze a Ramones, The Clash, oppure a Dropkick Murphys e Rancid (questi ultimi fanno
capolino su "Det Brenner Under Beina Mine"), altre che si muovono in un contesto al limite con l'Alternative Rock ("Down at the Docks"), sino a quelle che esprimono un approccio Pop Oriented e decisamente più adolescenziale, che si rivelano le più ammiccanti ma anche le più deboli e scontate dell'album, con "Midnatt", "Leiter Etter Jobb" (seppur dai sfumati toni folkeggianti) e "I Skrivende Stund" che si contendono i posti su questo
sgradito podio.
Magari in grado di raggiungere un discreto successo in Norvegia, grazie anche alla scelta di prediligere il cantato nella propria lingua madre, ma non so quante attenzioni possano calamitare al di fuori dai patri confini.
E, per quanto non siano malvagi, sicuramente non le mie.
Innocui.
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
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