Monicker Lynch-
iano,
sound fresco, attitudine evidente, intenzioni chiare, una cantante dal fascino innegabile e uno stile abbastanza efficace sebbene complessivamente ancora leggermente
scolastico.
Questo, in estrema sintesi, l’
identikit dei capitolini
One Eyed Jack e del loro primo
Ep, entrambi da ritenere piuttosto interessanti se il
rock di “confine” tra
punk,
hard e
glam è la vostra principale fonte di sollazzo
cardio-uditivo.
Il gruppo, propone, infatti, un intrigante miscuglio di ruvidezza e seduzione, ispirato da The Runaways, Joan Jett & the Blackhearts, The Heartbreakers, Vain e New York Dolls, ma capace di ostentare una notevole capacità nella “trattazione perspicace” della materia, con una menzione speciale per l’espressiva laringe di Jade Singer, una
vocalist alquanto convincente nella gestione tecnico-interpretativa di questi lidi sonori.
Probabilmente i sedici minuti di questo dischetto sono troppo pochi per formulare un giudizio “definitivo”, e tuttavia la melodia schietta ed evocativa di “Black lodge” (inserito pure nella
compilation “Opening rock party vol. II” distribuita
on-line dalla Sinners and Saints Records), le vibrazioni decadenti di “We’re pretending (It is love)”, il contagioso
punk n’ roll di “Illogical suspect” e le inquietudini
sleaze di “In oblivion”, consentono di auspicare per la formazione nostrana un futuro “luminoso”, in cui l’incremento di personalità e un pizzico di maggiore “penetrazione” emotiva arriveranno come la conseguenza “naturale” di una crescita nei settori esperienza e consapevolezza, sostenuta da vocazione importante e da considerevole talento.
Nel frattempo, inserite “One eyed jack” nei vostri ascolti quotidiani e sono certo che non ve ne pentirete.
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