Rieccoci qui, con "
Tales of an Ordinary Life" dei
Windfall si chiude il cerchio degli album che il sottoscritto ha colpevolmente dimenticato di recensire lo scorso autunno. Anche qui faccio mea culpa e mi scuso coi ragazzi, ma mi faccio perdonare subito!
Gli Windfall sono un gruppo di origini toscane nato nel 2003 dall'unione d'intenti di
Matteo Bresci (batteria),
Lorendo Nardi (chitarra) e
Marco Patracchini (basso), ai quali si unisce nel 2007 la cantante
Francesca Tedeschi e, poco dopo, il tastierista
Tommaso Buzzegoli.
Il quintetto si prodiga così nella classica avventura dei concorsi locali, prima di auto-produrre un demo intitolato
"Crush", che ha raccolto consensi più o meno unanimi.
A distanza di anni arriva quindi anche il primo lavoro sulla lunga distanza, "Tales of an Ordinary Life", che raccoglie i brani di "Crush" e li accompagna ad alcuni pezzi nuovi per raccontarci, proprio come dice il titolo, storie di vita ordinaria, che niente hanno da invidiare alle tematiche favoleggianti o leggendarie tanto utilizzate in ambito power.
E i Windfall ci propongono proprio un power molto sostenuto, non classicamente scandinavo o teutonico ma molto più orientato alla melodia che alla velocità d'esecuzione, in particolare grazie alla splendida voce potente e limpida di Francesca, bravissima a sfruttare a pieno le proprie qualità e soprattutto a non uniformarsi a uno stile lirico che solitamente viene "scelto" per questo tipo di metal.
I brani scorrono piacevolmente, senza picchi qualitativi da 10 e lode ("
The Hunter" però va molto vicino ad esserlo) ma senza nemmeno scadere mai nel banale o nel già sentito, proponendo costantemente freschezza e ariosità. Anche l'utilizzo delle tastiere da parte di Tommaso è sempre accurato e mai esagerato, come purtroppo capita spessissimo in ambito symphonic.
Se queste sono le premesse, i
Windfall hanno sicuramente tutto quello che serve per sfondare in ambito nazionale e non. Qualche riconoscimenti gli è già stato giustamente tributato, ma sono assolutamente certo che è solo l'inizio di una brillante carriera, della quale "
Tales of an Ordinary Life" è solo la pietra angolare.
Quoth the Raven, Nevermore..
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