Ebbene sì! La Svezia non smette mai di stupire. Terra che rappresentanti in quasi tutti i generi e sottogeneri del Metallo, questa volta porta alla ribalta un quintetto hair/glam/hard rock dalle indubbie qualità musicali. A prima vista, osservando la foto di questi eccentrici artisti, sembra di trovarsi di fronte ad una formazione discendente dagli sgargianti anni '80, periodo in cui il glam dominava la scena rock mondiale. Invece siamo nel 2014 e i ragazzi vengono dalle lande svedesi, come i compari
Backyard Babies, con un album di debutto, sotto la nostrana
SG Records, che tenta (ed a dir la verità riesce) a rinverdire i fasti del genere. Da dire c'è che la Svezia sta da alcuni anni portando nuove proposte in campo hair/glam/hard rock, come
Crazy Lixx, Crashdiet, H.E.A.T., The Poodles, ecc., buttando un po' di carburante in una macchina senza molta autonomia. E così ecco i
Confess, quintetto proveniente da Stoccolma, dal look fra il post-punk ed il glam, borchiati, impellati, portatori sani di energia e melodia allo stesso tempo da strada e raffinata. Il disco, intitolato
Jail, è composto da tredici tracce, per una durata di una cinquantina di minuti circa, dotato di una facilità di ascolto degna di nota, ma anche di un songwriting accurato e di una bella produzione. Si parte con la palpitante intro
Pray For The Prey, che apre la strada alla scatenata
Relationshit, colma di energia, selvaggia, potente. Da sottolineare la prestazione del graffiante vocalist
John Elliot, che si conferma anche nella successiva
Scream, dove un muro di suono travolge l'ascoltatore con riff possenti e soli da presa assoluta. I
Confess non smettono di macinare nemmeno con la successiva
Pay Before I Go, che ricorda veramente l'hair/glam ottantiano, piena di ritmo e con un chorus orecchiabile.
Take Aim spezza invece il disco, una ballad carica di sensazioni che punta tutto sulla eccellente prova vocale di
Elliot. La successiva
Bloodstained Highway, introdotta da un riffing vigoroso, è una canzone quadrata, incisiva, aggressiva, con un ritornello che entra facilmente in mente.
Setting Sails si staglia negli highlight di Jail, con cori coinvolgenti e quella buona dose di vivacità che contraddistingue la musica dei
Confess. Da evidenziare il gran lavoro delle chitarre, sempre protagoniste di una eccellente prova lungo tutto lo scorrere del disco.
Back to Hell è quel brano che ci si aspetta da un gruppo come questo, ritmo, melodia, cagnara ordinata sono le caratteristiche di questo pezzo macina sassi.
Got Lucky riporta in auge il lato melodico della band scandinava, seguendo sempre i punti cardine del genere proposto, premendo soprattutto sul chorus.
Cardiac Arrest è quell'infarto che ci si aspetta, con una sezione ritmica martellante, il solito egregio riffing, la troneggiante voce di
Elliot, ricordando leggermente lo stile dei vecchi
Motley Crue.
Get Me Down continua a maltrattare l'ascoltatore, rockeggiando sino all'impossibile, travolgendo con una sana energia metallica.
Intervention (Sin & Tonic Pt II) è il pezzo più lungo, intricato e vario di
Jail, un continuo cambio di atmosfere che passano dall'heavy all'hard rock, ad una miriade di altri generi; quello che ci voleva per assegnare ai
Confess un bel punteggio, in quanto i ragazzi svedesi mostrano di saper ragionare anche sulla lunga distanza, trasformandosi di minuto in minuto. L'ultima canzone è una bella cover della hit di Tina Turner
What’s Love Got To Do with It.
Insomma un bel colpo per SG Records ed una grande uscita per i
Confess. Speriamo di sentire una conferma al più presto, nel frattempo si consiglia l'ascolto di questo
Jail.
Video di Relationshit
Video di Scream
What’s Love Got To Do with It