Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:34 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. LUCID COLLECTIVE SOMNAMBULATION
  2. SCREAM FEEDING
  3. THE PLAGUE OF AM (COGITO ERGO SUM)
  4. FATHOM INFINITE DEPTH
  5. JOIN US BEYOND
  6. SEVEN CROWNS AND THE OBLIVION CHAIN
  7. KAIROS CHAMBER
  8. SPONTANEOUS GENERATION

Line up

  • Oliver Rae Aleron: vocals
  • Dean Lamb: 8 string guitar
  • Tobi Morelli: 7 string guitar
  • Jaron Evil: 6 string fretless bass & backing Vocals
  • Spencer Prewett: drums

Voto medio utenti

Il livello di saturazione del settore techno death è altissimo ed è sempre più difficile trovare un pochino di visibilità in un ambiente guidato da qualche storico capitano ma infoltito continuamente da arrembanti ufficiali e validi soldati votati alla causa della sofisticata brutalità. Oggi tocca agli Archspire scatenare la loro abilità mettendosi in mostra con il loro The Lucid Collective, secondo lavoro che presenta un certo miglioramento rispetto al precedente (e parecchio insipido) All Shall Align.
Ebbene, con le armi della millimetrica precisione esecutiva, con partiture cervellotiche ad incastri perfetti, con l'utilizzo di una voce usata quasi come strumento (un growl secco con frasi velocissime) e aiutati da un artwork mozzafiato (opera del sempre bravo Ken Sarafin), questi canadesi provano a spiccare dalla massa. Si rimane realmente a bocca aperta ascoltando le funamboliche Scream Feeding, Fathom Infinite Depth oppure Seven Crowns and the Oblivion Chain e si capisce subito quanto sia stata importante per la band la lezione di Origin, Necrophagist, Obscura, Spawn of Possession, Decrepit Birth e compagnia. Un solo grande problema emerge dopo ripetuti ascolti, un ossimoro se vogliamo, ovvero una "tranquilla brutalità". Al di là della perfezione esecutiva e della prestazione stellare, il disco sfiora la sterilità ma soprattutto, non trasmette cattiveria. Diversi act ultimamente si stanno incartando su loro stessi (chi ha detto Brain Drill?), formazioni composte da perfetti esecutori senz'anima. Sarà la pulizia estrema della produzione che permette di sentire ogni nota, sarà l'equalizzazione della voce livellata con gli strumenti che la rende più piatta, sarà un batterista che viaggia a oltre 300bpm con dei suoni triggerati all'inverosimile, sarà il farsi belli con le mutande sporche, insomma siamo di fronte ad un esercizio di stile, una dimostrazione di allucinanti capacità (il bassista fa realmente paura) ma fini a se stesse, senza che servano ad uno scopo, senza che servano alle canzoni.
So che questa opinione dividerà come so bene che questo The Lucid Collective è stato osannato da molti, ma fa proprio parte di quella compagine di soldati che militano nella legione techno death, bravi ad eseguire gli ordini ma incapaci nell'essere intraprendenti. Puoi ascoltarteli qualche volta, puoi dire a un amico "beccati questi, sono delle macchine!" ma se vuoi sentire delle Canzoni, passi ad altro.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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