Con una copertina e un logo del genere, i greci
Chronosphere non potevano proporci altro che classico thrash metal, ed infatti, il secondo lavoro del quartetto ellenico è un concentrato di influenze provenienti da
Exodus (in primis), vecchi
Metallica,
Overkill, Megadeth e
Sodom e potremmo chiuderla anche qui. Il loro colorato mondo è un vero tributo all'aggressiva musica di metà anni '80, con una carenza totale di personalità o qualsivoglia spunto originale, non che sia cattiva roba, è che piuttosto di ascoltarmi i cloni dei cloni preferisco gli originali oppure chi, rendendo tributo, ci mette un minimo di suo. Il disco in questione è un concept album che descrive la fine/la punizione del mondo dovuta ai peccati dall'uomo. Ma aspetta, dove l'ho già sentito? Anche la produzione di
Embracing the Oblivion è fintamente retrò il che, sommato a quanto già detto, fa di questi
Cronosphere un gruppo senz'altro buono per scapocciare con gli amici in qualche pub di periferia o come contorno ad un concerto, non certo come attori principali. Anche all'interno del calderone "revival thrash" si trova di meglio.
Nota a margine, c'è un cameo di Josh Christian dei
Toxik sulla traccia
Herald The Uprising.
Avanti il prossimo.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?