Le cose nella vita cambiano in fretta, non si ha neanche il tempo di fermarsi a riflettere che si assiste a cambiamenti “epocali” senza nessuna apparente emozione … e i Dodsferd che fanno in mezzo a tutto questo cambiamento? Beh gli vanno dietro e cercano disperatamente di tirare a campare giorno dopo giorno, senza mai avere un barlume di speranza per il domani … è questo il “giusto” destino per chi vive sulle spalle degli altri … ci sono i parassiti della società e i parassiti della musica, gente che senza molto talento, se non quello del sapersi arrangiare, corre dietro a tutto quello che può essere alla moda e remunerativo … Se il precedente “A Breed Of Parasites” li vedeva allineati sul filone black riflessivo tendente al depressive (dopo aver cominciato su territori piuttosto raw black metal), a neanche un anno di distanza li ritroviamo alle prese con il nuovo che avanza … black punk a metà strada tra i “nuovi” Darkthrone, Fukpig, Carpathian Forest, Khold e compagnia. Tra la compagnia non possiamo non annoverare anche i Misfits di cui i nostri amici greci pensano bene di regalarci una cover ( "We Are 138" ) in chiusura d’album. Se avrete la sfortuna di ascoltare quest’album rimarrete inorriditi per la mancanza totale di … musica! Sono un supporter degli album suonati con la passione e con i mezzi che ognuno ha, ma solitamente in quei casi trattasi di album di artisti che con il loro talento riescono a sopperire alle mancanze tecnico/monetarie, qui invece c’è solo rumore sparato a mille, registrato con il culo e suonato con i piedi. Del primo passato black neanche l’ombra se non per “Doubting Your Worth” l’unico vero momento black metal di tutto l’album, è un piccolissimo e fugacissimo bagliore in mezzo al buio eterno di quest’album che per il resto è una vera inutile perdita di tempo, spero e immagino che nessun altro voglia neanche lontanamente pensare di sprecare del denaro per l’acquisto di “The Parasitic Survival Of The Human Race” perché se no insieme vi sciroppate pure “Lulu” e “Load”! Uomo avvisato …